TUTTI I PROBLEMI DEL BEAUTY CONTEST: ANCHE TIVUITALIA IMPUGNA IL BANDO

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Tivuitalia, società controllata da Screen Service, ha impugnato il bando di gara per l’assegnazione gratuita di sei frequenze digitali nazionali, cosiddetto beauty contest, in quanto ritenuto lesivo dei principi del pluralismo e della libera concorrenza del mercato della radiodiffusione. La formulazione del bando dal Ministero dello Sviluppo Economico, puntualizza una nota, non favorisce l’apertura del settore televisivo nazionale a soggetti nuovi entranti, tutelando quindi i soggetti già titolari di più reti televisive nazionali. La nuova impugnazione si somma a quelle precedenti di Sky, Telecom Italia Media e Rai.
Un percorso a ostacoli, dunque, quello del beauty contest che, sulla carta, avrebbe dovuto aprire il mercato “regalando” multiplex digitali televisivi a nuovi broadcaster ma che da molti viene visto come un ulteriore regalo a Mediaset.
Intanto ci sono problemi anche da un punto di vista organizzativo. Ci sono state difficoltà per trovare i membri della commissione. Alla fine si è ripiegato su un tecnico del ministero (Francese Troisi), un avvocato dello Stato (Giorgio D’Amato) e un docente universitario (Vincenzo Franceschelli). Nessun esperto di tv, dunque, giudicherà la validità dell’offerta di contenuti dei vari candidati. Ulteriore problema è che le frequenze del contest non sono libere ma variamente occupate da tv locali.
Altro ostacolo che dovrà superare il ministro delle comunicazioni Paolo Romani è Giulio Tremonti. Al Tesoro servono entrate per appianare il deficit e ridurre il debito e da poco si è conclusa l’asta per acquisire le frequenze in banda 800, 1800 e 2600, per aggiudicarsi le quali Telecom, Vodafone, Wind e H3g hanno “sborsato” 3.945.295.100 euro. Allora perché regalare frequenze preziose a Mediaset, Rai e Sky invece di metterle all’asta?
C’è infine un dato da non sottovalutare: la conclusione del beauty contest non basta da solo a far sì che Bruxelles archivi definitivamente l’ipotesi di procedura d’infrazione contro l’Italia per i pasticci della Gasparri. Il commissario alla concorrenza Almunia ha già fatto sapere che valuterà l’esito e se questo esito garantisce una reale apertura del mercato.

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