L’editoria al solito è sulla graticola. Infatti, in questo momento, alla Camera dei Deputati è in discussione il disegno di legge per la conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 228 recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi. Si tratta del consueto “milleproroghe” e come da prassi degli ultimi anni è praticamente certo che il dibattito Parlamentare si esaurirà alla Camera dei Deputati con un maxi-emendamento del Governo e una probabile questione di fiducia. È interessante, quindi, provare a vedere quali sono gli emendamenti segnalati relativi all’editoria e per i quali è, quindi, atteso il parere del Governo. L’articolo 14 del decreto-legge è quello che rileva per il settore anche se ha una portata molto limitata. Infatti, l’attuale formulazione si limita a prorogare di sei mesi la durata dei contratti con le agenzie di stampa stipulati dl Governo e ad introdurre una Commissione per garantire la pluralità delle fonti informative. Si tratta di ben poca cosa, ma non solo; se una Commissione deve essere insediata e deve svolgere dei lavori appare ben difficile che esaurisca i propri lavori in tempo per modificare i criteri per la stipula di contratti essenziali per la sopravvivenza delle agenzie di stampa. E, infatti, l’emendamento presentato dai deputati Raduzzi, Forciniti e Trano, del gruppo Misto, non prevede l’istituzione della Commissione, mentre il più coraggioso emendamento presentato da un nutrito gruppo di parlamentari prevede la proroga dei contratti fino al 31 dicembre 2022.
Più ermetico è l’emendamento presentato dall’Onorevole Siracusano di Forza Italia che, ribadendo il differimento di sessanta mesi del taglio dei contributi, sembra estendere tale previsione anche all’assetto delle società controllate dagli enti senza fini di lucro, dal 2021 escluse per espressa previsione del decreto legislativo 15 magio 2017, n. 70 dal novero dei soggetti aventi diritto.
Un emendamento presentato dagli Onorevoli Sensi del Pd e Mollicone di Fdi estende al 2022 il diritto al contributo straordinario già previsto per il 2019 a favore delle imprese radiofoniche private che svolgono attività di informazione di interesse generale.
L’emendamento presentato dagli onorevoli Lattanzio e Sensi del Partito Democratico prevede l’attesa estensione al 2021 della clausola di salvaguardia dei contributi previsti dal decreto legislativo 15 maggio 2070, n. 70 rispetto al contributo ricevuto nel 2019, la riduzione dei parametri della diffusione e l’estensione di postergare i pagamenti all’incasso dei contributi anche per i contributi relativi al 2021.
Infine, l’emendamento presentato da diversi parlamentari appartenenti a diversi schieramenti politici è rivolto a prorogare di ulteriori 12 mesi, portandolo a 72 mesi, il taglio dei contributi all’editoria fortemente voluti dal sottosegretario dell’epoca Vito Crimi, lo stesso che si è dimenticato uno statuto nel cassetto.
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