Trump stronca The Atlantic bollandono come “morente”. In poche ore il prestigioso giornale americano raccoglie 20mila nuovi abbonamenti. Il presidente uscente degli Usa, convinto di colpire a morte la rivista, con il suo attacco non fa altro che rafforzare l’appeal della “vittima”.
La politica che attacca frontalmente la stampa, nei Paesi dove c’è il culto della libertà, ne esce con le ossa rotta. O, quantomeno, riesce a cogliere sconfitte al limite del patetico. Eppure stiamo parlando di Donald Trump, l’uomo che – in teoria – sarebbe il più potente al mondo. Un giornale, anzi i suoi lettori, gli hanno confezionato uno sberleffo che pare ricordare quasi la famosissima pernacchia che Eduardo De Filippo ritenne l’unica arma efficace contro la boria motorizzata del duca Alfonso Maria di Sant’Agata dei Fornari.
Il ruolo della stampa che informa e lo fa con professionalità non può essere messo in discussione dalla politica. E’ un chiaro conflitto di interessi, utilizzando una metafora molto in voga fino a qualche anno fa. Ma vi pare che i politici, “controllati”, possano mai accarezzare o accettare (se non per facciata…) l’operato dei “controllori” giornalisti quando questi fanno il loro dovere con professionalità, onestà e coraggio?
L’eco della pernacchia a Trump, presto, arriverà anche in Italia dove vivacchia al governo una formazione politica illiberale che della lotta ai giornali ha fatto bandiera, saldandosi coi peggiori luoghi comuni della Seconda Repubblica. E con la nascita di nuovi giornali, tra cui Domani di De Benedetti, e con il lavoro di tante altre testate che con sacrificio e abnegazione proseguono a informare senza sosta, presto a tardi finirà anche questa fase disardorna della vita pubblica italiana.
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