Truffa a Sky, la Finanza oscura la piattaforma pirata Futurbox

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La Guardia di Finanza di Agropoli (Salerno) ha oscurato Futurbox, piattaforma on line, che da mesi operava illegalmente, ai danni del canale satellitare di Sky. Il sito pirata, gestito da alcuni cybercrimes ucraini, si era ramificato in tutto il Vecchio Continente, tanto da possedere server attivi non solo in Italia, ma anche in Russia, Francia, Germania e Regno Unito. Sulla piattaforma pirata erano disponibili, infatti, oltre ai canali di Sky Italia, anche quelli di Sky Germania e di BSkyB, la pay-Tv di Murdoch che opera nel Regno Unito, oltre ai contenuti di alcune emittenti televisive francesi e russe.
Ad alzare il polverone contro Futurbox è stato il magnate australiano Rupert Murdoch, proprietario di Sky, il quale lo scorso mese di gennaio, ha sporto denuncia per violazione sul diritto d’autore dando il via a quella che, successivamente, è diventata un’indagine di proporzioni internazionali. Infatti, grazie alle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania (Salerno), le Fiamme Gialle del piccolo centro cilentano, con la collaborazione della FPM, Federazione Pirateria Musicale e Multimediale, sono riuscite ad oscurare la piattaforma ed altri due siti italiani su cui erano pubblicizzati i servizi di Futurbox.
Gli accertamenti hanno rilevato che, effettivamente, la piattaforma incriminata trasmetteva i contenuti a pagamento di Sky Italia su 16 portali, al costo di 8 euro mensili, a fronte dei quali forniva interi pacchetti di film ed eventi sportivi, violando la legge 633/41 sulla proprietà intellettuale.
Ma non è finita qui.
Le forze dell’ordine hanno scoperto, infatti, che con 135 euro, i pirati del sito web consentivano l’acquisto di un dispositivo da collegare alla tv di casa, grazie al quale visionare canali streaming o on demand accessibili semplicemente effettuando la propria scelta sul telecomando.
Per quanto riguarda l’ammontare del danno economico subito da Sky, gli inquirenti hanno precisato che è difficile stabilire un importo preciso. Tuttavia la stima è di decine di milioni di euro perché gli hacker, di cui si avvaleva Futurbox, erano operativi in tutto il continente europeo.
A questo proposito, gli editori, italiani e non, se da un lato si sono rallegrati per l’esito positivo della vicenda, dall’altro riflettono su due aspetti molto importanti che, questo caso, vale la pena evidenziare.
La prima considerazione è che diventa sempre più urgente l’approvazione, da parte dell’Agcom, di un Regolamento sulla tutela del diritto d’autore on line.
La seconda riguarda la necessità di contrastare, in maniera sempre più efficace, la pirateria digitale che, stando ai recenti dati IPSOS, sta toccando quote preoccupanti in Italia dove, nel solo settore audiovisivo, avrebbe già provocato una perdita di profitti che si aggirerebbe intorno ai 500 milioni di euro all’anno.

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