Un sedere femminile in bella vista stava facendo il giro di Milano, sui manifesti appesi sui tram e nel metrò, per pubblicizzare un succo di frutta. Ma è durato ben poco. Il messaggio, abbinato allo slogan “Il gusto pieno della frutta” è stato infatti censurato dal Comitato di controllo sulla pubblicità secondo il quale, tale forma di comunicazione risultava offensiva della dignità della persona, in quanto il corpo femminile era stato equiparato ai prodotti che si pubblicizzano accostando la pienezza del gusto a quella della parte anatomica esposta. Tutto ciò in spregio all’articolo 10 del Codice, secondo cui “la comunicazione commerciale deve rispettare la dignità della persona umana in tutte le sue forme ed espressioni in tutte le sue forme ed espressioni”. Il testo prosegue dicendo Il corpo femminile nel caso di specie è ridotto alla stregua di un prodotto da consumare, realizzando un ingiustificato svilimento della sua dignità e la sua mercificazione: il particolare anatomico viene utilizzato a fini meramente commerciali, peraltro senza alcuna attinenza al prodotto ma al solo scopo di colpire l’attenzione del pubblico ad ogni costo”.