Periodicamente tornano le polemiche sulla cronaca nera. Troppi dettagli morbosi, troppo pochi riferimenti. Quando il caso diventa di rilevanza nazionale, ogni minimo particolare viene seguito. E purtroppo il caso di cronaca della Dj Viviana Parisi e del suo figlioletto Gioele Mondello ne ha offerti troppi.
Secondo la giornalista Valentina Petrini, conduttrice di ‘Fake, la fabbrica delle notizie’ Sul Nove, i colleghi avrebbero dovuto evitare di scrivere tanti dettagli: “Ho provato dolore leggendo tutti i dettagli del ritrovamento del corpo del piccolo Gioele. Non avrei voluto saperlo, non ne sentivo l’esigenza. Non servivano per dare la notizia”.
Ma è, molto probabilmente, uno sbaglio. Se il giornalismo è fotografare la realtà, purtroppo, deve registrare anche i suoi elementi più conturbanti. Altrimenti il rischio dell’autocensura è dietro l’angolo e l’invocazione al buon gusto diventa un refugium peccatorum per tutti quelli che non aspettano altro che saltare dal campo della cronaca nera a quello della politica, dello sport, di altro. Una stampa che coscientemente “cancella” dettagli – pur continuando ad ospitare valanghe di opinioni spesso costruite sul sentito dire – non è più giusta ma è completamente fuori strada.
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