Troppe critiche sui suoi fumetti, Staino lascia Avvenire. E lo fa inviando una lettera al direttore del quotidiano cattolico, Marco Tarquinio.
L’ex direttore dell’Unità, notissimo al grande pubblico per essere stato il papà di “Bobo”, la maschera satirica del militante di sinistra ora deluso ora arrabbiato nonché presidente dell’Unione degli Atei italiani motiva le sue dimissioni ad Avvenire spiegando di essere stufo di ricevere accuse e talora minacce per la sua striscia dedicata a “Jesus”, passata al setaccio dai lettori più conservatori a cui poco piace il fumetto sul Cristo: “Certo il mio Jesus non risponde completamente ai canoni tradizionali: suona il basso, legge “internazionale” e ha la mamma ancora giovane che forse vede su Netflix qualche serial di troppo, ma, nelle mie intenzioni, mantiene tutta la carica rivoluzionaria contenuta nel messaggio evangelico. Per questo mi piaceva, da non credente, essere al fianco di quel grande rinnovamento che osserviamo oggi nella chiesa cattolica guidata da Francesco”.
E quindi: “Le prime lettere e i primi messaggi arrivati anche a me non lasciavano promettere bene, ma speravo fossero sparute figure rancorose che si trovano sempre dentro ogni comunità. Uno di questi messaggi, nella sua cattiveria mi ha fatto anche sorridere: «aspetto il giorno», mi diceva, «di vederla bruciare nelle Fiamme dell’inferno accanto a quell’attorucolo che oggi siede sul seggio di San Pietro”.
Perciò Staino conclude: “Adesso le voci dissonanti, a volte al limite della volgarità sono troppe ed investono, sfruttando strumentalmente il mio lavoro, la tua figura, il valore del giornale da te diretto, fino, oserei dire a colui che oggi guida il mondo cattolico. È chiaro che in questa situazione è ben difficile lavorare: prendere la matita in mano sapendo bene che qualunque cosa io disegni verrà passata sotto microscopio alla ricerca di punti o sfumature che possano esser letti come offensivi o blasfemi, fa sì che venga a mancare quella serenità di fondo che permette di far incontrare il sorriso fraterno laico con un sorriso fraterno cattolico. Per questo, caro Marco, è forse meglio chiudere qui o se vogliamo essere ottimisti, sospendere qui la nostra esperienza comune”.
Tarquinio replica rammaricato di quanto avvenuto: “Caro Sergio, quando abbiamo avviato questa collaborazione, giusto un anno fa, pensavo a tutto meno che a metterti in una condizione che ti avrebbe tolto serenità… E invece è andata in questo modo. Ti ringrazio per la tua schiettezza e il tuo rigore morale. E mi dispiace, mi dispiace davvero. Così come mi dispiace che altre persone, turbate e in qualche caso eccitate anche solo dall’idea di un «ateo che disegna per “Avvenire”», abbiano perso la loro serenità fino a concepire e scrivere invettive come quella che citi. Sappi, però, che non somigliano, quelle parole arse e brucianti, ai pensieri e alle parole di tanti cattolici accanto ai quali io cammino dentro le pagine di questo giornale “uguale e speciale”, ma prima ancora, e ormai da una vita, nella Chiesa e sulle strade del mondo. Strade che non sono solo nostre e lungo le quali incontriamo e affianchiamo donne e uomini che vengono da altre direzioni, ma hanno voglia di parlare la stessa lingua, di riconoscere il bene, di capirsi e di appassionarsi insieme per l’umanità e soprattutto per i più poveri e i più piccoli”.
L’ultima, solo cronologicamente, delle polemiche esplose grazie alle strisce di Staino riguarda l’attacco al ministro degli Interni Matteo Salvini. Ma la collaborazione tra l’ex direttore ateo de L’Unità e il giornale dei vescovi italiani non ha mai suscitato grande entusiasmo tra i cattolici, specialmente sul web, dove spesso e volentieri le strips sono finite analizzate e setacciate alla ricerca di elementi parsi, ai suoi censori, addirittura blasfemi.
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