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Tregua armata tra editori e edicolanti. Non è vero che le edicole chiuderanno per colpa dell’aumento dell’Iva dei collaterali

La crisi che attanaglia l’editoria italiana non ha fine, e l’aumento dell’Iva sui prodotti collaterali in edicola ha sollevato il polverone. La Fieg in questi giorni ha divulgato un duro comunicato chiedendo l’azione del Governo affinchè il provvedimento non vada in porto: “La norma in questione, evidenziano in una nota unitaria la Fieg e le sigle rappresentative di categoria, «prevede l’aumento dell’Iva sugli abbinamenti editoriali a quotidiani e periodici dal 4% al 21%, un incremento addirittura del 500%». «La filiera della stampa, editori, distributori, edicolanti, sta attraversando un periodo di pesantissima crisi, che ha già portato alla chiusura di numerose imprese di distribuzione e di punti vendita (5.000 edicole negli ultimi cinque anni) e alla conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro. Qualora il testo fosse convertito in Legge, si assisterebbe – avvertono – ad una drastica riduzione o, addirittura, alla scomparsa dalle edicole di Dvd, Cd e beni funzionalmente connessi, togliendo al canale il 35% delle vendite complessive: un fenomeno che avrebbe un impatto drammatico in termini di occupazione in un mercato già in grande sofferenza». «Chiudere le edicole – prosegue la nota – significherebbe inoltre perdere l’ultimo presidio che consente di portare a tutti i lettori, anche nei piccoli centri, informazione e cultura”.

Ma perché così “tanto amore” della Fieg verso le edicole? In realtà i rapporti fra sindacati edicole e la Fieg non sono del tutto idilliaci. Partiamo dal contratto collettivo scaduto. Le edicole oggi chiedono a gran voce alla Fieg di rivedere il contratto collettivo ormai da tre anni. Una serie di balzelli che non solo non ricalcano la realtà attuale delle edicole ma dà alle edicole tutti gli oneri e pochi diritti, basti pensare che  il contratto ancora oggi prevede per gli allegati un compenso a dir poco irrisorio, e non solo. Gli editori spesso tendono ad utilizzare le rivendite come dei veri e propri bancomat, nel senso che, gli edicolanti, dovendo pagare in anticipo la merce, finanziano “indirettamente” gli editori. Funziona come un circolo vizioso. L’edicolante paga una pubblicazione in anticipo, dopo un mese la rende e gli vengono restituiti i soldi. Questo vale anche per gli allegati, siano essi DVD o altro.

Se la Fieg alza la voce e dice che le edicole chiudono, il motivo non è certamente da attribuire all’aumento dell’Iva dei prodotti collaterali. Le edicole chiudono per ben altri motivi…

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