Una nuova partita, tutta politica,
attende Mario Monti. Dopo la travagliata
discussione con le forze parlamentari
sulla composizione «tecnico»
o «politica» del suo governo, il
neopremier dovrà adesso istruire la
«pratica» di viceministri e sottosegretari.
E anche se il discorso non sarà
aperto ufficialmente prima della fiducia
di oggi alla Camera, nei corridoi
parlamentari già non si parla d’altro e cominciano a circolare le prime indicazioni.
Il Cdm con le nomine dovrebbe arrivare la
prossima settimana ma per la rifinitura di alcune
deleghe ministeriali il Consiglio
potrebbe tenersi già oggi pomeriggio.
Ad ogni modo, per non tradire
con un’infornata di sottosegretari la
fisionomia di un governo snello e operativo,
il presidente Monti sembra abbia
già espresso con alcuni interlocutori
l’intenzione di ridurre al minimo
le poltrone. Vorrebbe dunque limitarsi
a nominare 24 sottosegretari e una
manciata di viceministri. Di sicuro,
come ha anticipato lui stesso al Quirinale,
il nuovo premier affiancherà un
viceministro a Corrado Passera, che
porta la responsabilità di due dicasteri
di peso come lo Sviluppo e i Trasporti.
Quanto ai sottosegretari,
i partiti aspettano che Monti
chiarisca il «metodo». Ancora una volta:
si sceglieranno solo tecnici o anche
politici? Tecnici, magari «di
area», è la soluzione al momento più
probabile.
Intanto, iniziano a circolare
i primi nomi. Il Secolo XIX parla di Carlo Malinconico, presidente della
Fieg, che potrebbe prendere il posto di Bonaiuti come sottosegretario, nel ruolo di portavoce del Premier. Laureato in giurisprudenza, dal 2006 al 2008 è stato Segretario Generale della Presidenza del Consiglio.
Tra i politici «di area» in ambienti parlamentari si
citano, anche per l’esperienza maturata,
i già sottosegretari Gianluigi Magri,
Giampaolo D’Andrea, Luigi Meduri,
Cristina De Luca, Vasco Giannotti.
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