Morto un re, se ne fa un altro. Il trattato ACTA deve ancora passare al vaglio del Parlamento Europeo, ma già spunta un altro accordo commerciale che si focalizza sulla lotta alla contraffazione Si chiama TPPA (Trans Pacific Partnership Agreement) e il suo obiettivo generale è la semplificazione del commercio e degli investimenti nella regione Asia-Pacifico. Proposto dagli USA, l’accordo è stato siglato a Dallas da Singapore, Cile, Nuova Zelanda, Australia, Perù e Vietnam, ma è probabile anche l’entrata di paesi ricchi come Giappone e Canada. Il Presidente USA, Barack Obama, vorrebbe che l’accordo fosse chiuso entro la fine dell’anno.
Secondo molti esperti, il capitolo sulla proprietà intellettuale contiene disposizioni molto simili a quelle dell’ACTA. Il TPPA modifica radicalmente la disciplina sulla durata del copyright, così come era stata prevista dagli accordi Trips. Le opere individuali saranno tutelate per 70 anni dopo la morte dell’autore, mentre per i Trips il copyright si esaurisce dopo 50 anni.
L’accordo considera violazioni di copyright anche tutte le riproduzioni temporanee, a prescindere dall’utilizzo che se ne fa. Per il Wipo, però, le riproduzioni temporanee sono ammesse se prive di contenuto economico o se sono parte integrante ed essenziale di un procedimento tecnico. Un’altra misura singolare riguarda i Tpm, i microchip progettati per la protezione dei computer. I tecnici del Trusted Computing Group, autori dei microchip, sono bersagliati dalle critiche dagli utenti che ritengono che le loro creazioni abbiano un controllo attivo sui software dei computer. Il TPPA sanziona l’aggiramento dei Tpm, indipendentemente dalla violazione del diritto d’autore.
Il Public Knowledge, ente no-profit, ha lanciato un appello al governo americano: “Un accordo commerciale del ventunesimo secolo non può riflettere solo gli interessi dei produttori e distributori di contenuti, ma deve tutelare anche le aziende tecnologiche i cui prodotti sono usati per copiare e riutilizzare le opere sotto copyright”.
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