Sulla banda larga “lo Stato chiami i gestori della telefonia a fare la loro parte. Altrimenti, tutto quello che di bello facciamo come la cosa che stiamo facendo stamani rischia di restare campata in aria. Ci vuole un forte rapporto di coordinamento da parte dello Stato”. E’ il pensiero del governatore della Toscana, Enrico Rossi a margine del convegno di presentazione di ‘Open Toscana’, la nuova piattaforma di dialogo fra la pubblica amministrazione regionale e i cittadini. Il presidente della Giunta regionale spiega il problema nell’effettiva erogazione della banda larga con un paradosso: “Ci sono i fili, ma manca la presa”. “In un recente articolo del Sole 24 Ore tre distretti della Toscana venivano collocati al top” nel Paese per la connettivita’ veloce a internet. Merito, anche “del nostro investimento, al quale non ha corrisposto la volonta’ da parte dei gestori di collegarsi. Perche’, non basta mettere i fili della banda, ci vuole dopo che uno decida di fornire il servizio. E i grandi gestori, su questo- rivela il presidente- abbiamo fatto un incontro col sottosegretario alle Telecomunicazioni Giacomelli, sono un po’ restii a fare degli investimenti, quando i loro ritorni non sono cosi’ evidenti. Quindi- aggiunge-, anche l’obiettivo della banda larghissima che noi abbiamo per il 2020, per la quale abbiamo deciso di mettere qualcosa come 80 milioni di euro, che non sono poca cosa, bisogna che stiano in un quadro nazionale, all’interno del quale il governo chiarisca il rapporto con il concessionario”. Rossi cita un esempio, su tutti: “Una parte dell’isola d’Elba sarebbe gia’ in grado di connettersi e, invece, non lo puo’ ancora fare. C’e’ una concessione dello Stato ai gestori della telefonia. A questo punto devono essere chiamati a fare la loro parte”.
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