L’industria delle telecomunicazioni si trova di fronte a cambiamenti senza precedenti e alla necessità di aggiornare reti e tecnologie rimaste inalterate per decenni.
Una necessità che scaturisce dall’uso sempre più massiccio di dispositivi e servizi a banda larga, che potrebbero presto mandare in tilt le reti tradizionali. Anche in Italia, intanto, si discute di investimenti sulla rete fissa, con trattative in corso tra il ministero dello Sviluppo economico, quello delle Comunicazioni, e i due operatori nazionali Telecom Italia e Fastweb.
Sebbene non vi sia ancora nessuna intesa sul modello da adottare per estendere la portata della banda larga nel nostro Paese, il ministro Luigi Bersani punterebbe a un investimento iniziale nell’ordine di circa 3 miliardi di euro per favorire le aree attualmente più disagiate del Paese – in particolare il Mezzogiorno, dove le carenze di Telecom Italia sono più evidente e la maggior parte della popolazione è tagliata fuori dai servizi ad alta velocità.
Quale sarà il ruolo pubblico in questi investimenti non è ancora certo: l’unica cosa sicura è che bisogna agire in fretta anche su tecnologie alternative come il WiMax. Ma anche su questo punto l’Italia continua a marciare in netto ritardo rispetto al resto d’Europa, con un’asta rimandata di mese in mese, lasciando i cittadini ad accontentarsi di connessioni lente e sicuramente non adatte a soddisfare la crescente domanda di servizi e applicazioni digitali performanti.
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