Tiziano Renzi adesso querela “La Verità” di Maurizio Belpietro. Il padre dell’ex premier lo ha annunciato via Facebook dopo gli articoli di domenica sulle presunte irregolarità segnalate dal quotidiano nella gestione dell’azienda di famiglia e dei suoi dipendenti.
In un post, Renzi senior scrive: “Anche questa mattina La Verità, con il
direttore Belpietro e il giornalista Amadori, insistono nella loro campagna diffamatoria contro di me, la mia famiglia, le mie aziende. Sostenere che il lavoro degli strilloni fosse un “lavoro in nero per i Renzi e alle paghe ci pensava Matteo” è l’ennesima diffamazione. E dire che basterebbe conoscere le leggi per capire”.
E quindi aggiunge: “I ragazzi che distribuivano i quotidianI, infatti, erano pagati cash perché trattenevano il loro compenso da ciò che incassavano con la vendita dei quotidiani ma poi ovviamente l’azienda provvedeva al pagamento delle tasse come previsto dalla legge. Era pagamento in contanti, non in nero: una semplice differenza che in sede di tribunale sarà facilmente dimostrabile”.
Tiziano Renzi, infatti, ha scelto (ancora una volta) di adire le vie legali: “Ho dato infatti mandato ai legali di procedere contro il signor Belpietro. Il tempo sarà galantuomo contro questa ennesima schifezza come lo è stato con il signor Travaglio e mi auguro lo sarà con le altre cause gia aperte contro il signor Belpietro. Stupisce che questi signori, nonostante i tanti procedimenti aperti e le condanne, continuino a pontificare a reti unificate contribuendo a creare un clima di odio e di fake news. Io non ho talk show che mi paghino per dire inesattezze, come ha fatto ad esempio Otto e Mezzo con Travaglio. Posso solo reagire con la forza della verità”.
Nelle scorse ore, poi, Renzi senior è tornato sulla vicenda e ha avvisato che non gradirà alcun paragone con il padre del vicepremier Luigi Di Maio. Promettendo, anche questa volte, altre querele. “Ancora oggi alcuni quotidiani denunciano la notizia falsa di un pagamento a nero degli strilloni, riportando una testimonianza di un giovane fiorentino impegnato per la Speedy ventuno anni fa. La notizia è falsa. Il giovane testimone ha detratto il proprio compenso dagli incassi della vendita dei giornali: quindi è stato pagato in contanti, subito, non in nero. Perché come prevedeva la legge noi abbiamo poi versato il dovuto come previsto dalla legge. Nessun compenso in nero, dunque. Faremo richiesta di accesso agli atti all’Agenzia delle Entrate per poter ottenere la documentazione e questa documentazione sarà esibita in sede civile per corroborare la richiesta di risarcimento danni per la continua diffamazione che stiamo subendo”.
“Quanto al continuo paragone con il signor Di Maio – dice Renzi senior -: entrambi abbiamo ricevuto accuse di lavoro nero, è vero. Ma la differenza è che quando hanno accusato lui di lavoro nero, lui ha confessato. Quando hanno accusato me, io ho denunciato per diffamazione. Lui confessa, io denuncio. Penso che questa differenza spieghi molte cose. E mi permetta di rilanciare l’appello: per cortesia non accostatemi al signor Di Maio. Come sapete ho la querela facile”
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