Tiziano Motti assolto. Non ci fu nessuna frode per i contributi editoria alla Cooperativa Nuova Stampa

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Tiziano MOTTI, mep

Dopo tre ore di camera di consiglio, il Gup Antonella Pini Bentivoglio ha assolto “perché il fatto non non sussiste” l’imprenditore ed ex europarlamentare reggiano Tiziano Motti, la moglie nonché stretta collaboratrice Stefania Bigliardi e i giornalisti Pierpaolo Zucchetti, Alessandro Bettelli e Roberto Ruozi. Sono stati assolti dai reati di: truffa allo Stato, falso e stampa clandestina. E’ caduta l’accusa che “La nuova stampa società cooperativa”, editrice del bisettimanale “La Notizia-Il Giornale”, avrebbe indebitamente percepito tra il 2010 e il 2011 contributi statali per 740 mila euro.

Ecco i fatti. Agosto 2014, sotto la lente degli investigatori  finirono i contributi pubblici per l’editoria. Indebitamente incassati – è quanto sostiene ora la procura – dalla cooperativa di Motti. Nello specifico: 446mila euro nel 2010 e altri 298mila euro nell’anno successivo. Tutti finiti direttamente sui conti correnti della cooperativa.  Si trattava del periodo in cui la “Nuova stampa” – di cui Motti è amministratore unico – acquisisce “La notizia”, bisettimanale di Bari registrato (come impone la legge) nel tribunale dello capoluogo pugliese. Una testata, per altro, in procinto di chiudere. All’epoca, la moglie di Motti è anche  l’amministratore unico del “Giornale di Reggio srl” – è ancora un quotidiano che esce tutti i giorni. Tranne, a partire da quel momento, il sabato. Per un giorno la settimana, infatti, lascia spazio a “Il giornale-La notizia” della “Nuova Stampa”, a cui appunto sono legati i contributi statali. Per un certo periodo, la testata risulta registrata ancora a Bari nonostante esca a Reggio e nonostante la sede pugliese chiuda. E questo secondo la Procura non si poteva fare. Come primo provvedimento, a giugno 2014 era scattato il sequestro preventivo di 300mila euro dai conti della cooperarativa. Mentre a Tiziano Motti e alla moglie  erano stati sequestrati altri 65mila euro.

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