Dopo l’iniziativa nata in Italia a fine 2014 parte anche in Francia, da ieri, una campagna per sensibilizzare i lettori sulla delicata questione dell’Iva su libri cartacei ed ebook. L’iniziativa #thatisnotabook (thatisnotabook.eu) è promossa e organizzata dal Syndicat national de l’édition, l’Associazione degli editori francesi, e mira a distinguere tra ciò che è un libro e ciò che non lo è. A supporto dell’iniziativa francese si schiera da subito anche l’Associazione Italiana Editori (Aie): secondo il presidente Marco Polillo, che già sostiene la campagna #unlibroèunlibro (unlibroeunlibro.org), “l’obiettivo comune è riconoscere che un libro è un libro al di là del supporto di lettura. Adesso lo scopo, condiviso da Italia e Francia e dall’intera editoria europea, è far cambiare idea agli altri paesi d’Europa”.
L’obiettivo adesso è portare avanti il lavoro iniziato in Italia grazie al supporto dei lettori di tutta l’Europa per convincere tutti i Paesi membri della necessità di una revisione della normativa comunitaria in materia.
Corte Ue boccia l’Iva ridotta
In Francia ed in Lussemburgo l’Iva ridotta sugli ebook è in vigore dal 2012. Ed appare una strana coincidenza che la Corte di giustizia Ue abbia bocciato l’Iva agevolata per gli ebook proprio all’indomani del lancio della campagna That is not a book: la Corte ha accolto il ricorso della Commissione europea che aveva giudicato non in linea con le regole Ue in materia di Iva l’imposizione di un’aliquota ridotta sui libri elettronici.
Le regole europee prevedono la possibilità di un’aliquota Iva ridotta per i libri, ma solo se su un supporto fisico che è parte integrante del libro, cioè la carta, mentre il supporto fisico di cui necessita l’ebook non è fornito insieme al libro elettronico.
La Corte ricorda attraverso una nota stampa che le regole Ue in materia di Iva “vietano la possibilità di applicare un’Iva ridotta a qualunque servizio fornito per via elettronica”, cosa che secondo la Corte include la fornitura di libri elettronici.
Ebook, bene o servizio?
La Corte ha studiato la possibilità di considerare l’ebook come un bene più che un servizio, ma “ha scartato questo argomento” in quanto “solo il supporto fisico che consente la lettura di un ebook può essere considerato come un bene, ma questo supporto fisico è assente nelle forniture di libri elettronici”, si legge nella nota. Il caso più grave, secondo la Corte, è quello del Lussemburgo, dove l’aliquota è del 3%, mentre in Francia è al 5,5%: secondo le regole dell’Unione il minimo previsto è del 5%, salvo casi eccezionali ma giustificati dalle norme europee. Secondo la corte non sarebbe questo il caso. Resta da vedere se e come la Corte deciderà di affrontare la questione in Italia, dato che la recente riduzione dell’Iva sugli ebook ha portato l’aliquota al 4%.
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