“Le caute osservazioni dell’ex Ministro Treu, oggi Commissario dell’Inps, sui contraccolpi per la previdenza integrativa da un eventuale inserimento in busta paga del Tfr, meritano approfondimento e serene valutazioni sui patti generazionali per le pensioni. Appena pochi anni fa lo Stato, per lenire l’abbattimento degli assegni pensionistici determinato dalla riforma previdenziale, oriento’ il versamento del Tfr, come principale fonte di finanziamento, verso i fondi integrativi. Se mancasse questo flusso di risorse, senza altri interventi, un sistema appena avviato rischierebbe il collasso”. Lo dichiara il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi. “La Fnsi, che ha costituito un Fondo previdenziale integrativo di categoria d’intesa con gli imprenditori di settore come vuole la legge, rileva come – dice ancora Siddi -, allo stato delle proposte oggi in campo per l’incremento dei redditi di lavoro dipendente, la manovra sul Tfr rischi di avere il fiato corto. Il positivo incremento delle aspettative di vita necessita di redditi differiti (pensioni) adeguati nel tempo lungo per la cura delle persone come per i loro consumi. E la previdenza integrativa appena partita rischia di essere stata solo uno strumento per i movimenti dei mercati finanziari, verso i quali la legge aveva indirizzato gli investimenti. E’ sempre piu’ indispensabile mettere i cittadini in condizione di creare un welfare integrativo sostenibile”. “Anche il mondo giornalistico avverte l’esigenza di riforme coerenti, che diano fiducia sui patti sociali assicurati dalle Istituzioni. La coperta e’ corta, molto, e allora occorre pensare, in materia previdenziale, su quali debbano essere gli assi di sostenibilita’ sui tempi medio-lunghi e le reali garanzie per la dignita’ e la certezza dei posti di lavoro – prosegue -. Quanto, infine, all’ipotesi lanciata oggi dal Presidente del Consiglio di una contribuzione di tre anni per favorire nuove assunzioni, vogliamo confidare che gli imprenditori dell’editoria possano dimostrare che questa strada e’ giusta, avendola condivisa contrattualmente, anche grazie al primo intervento di sostegno di questo tipo deliberata dal Governo per un settore in grave crisi come quello dell’industria dell’informazione”.