Telejato non chiuderà. Lo conferma in una nota il Ministero per lo Sviluppo Economico. Le frequenze dell’emittente siciliana, che trasmette dal nord della regione, non interferiscono con quelle di Malta
Telejato non chiuderà i battenti. A darne notizia è il Ministero per lo Sviluppo Economico, che ha così messo a tacere le proteste dell’opinione pubblica. Il Sottosegretario Antonello Giacomelli ha informato personalmente Pino Maniaci, direttore di Telejato. Il Governo ha precisato che l’emittente siciliana non è interessata alla procedura di rottamazione delle frequenze interferenti con paesi esteri. Trasmette, infatti, da un impianto nel nord della Regione, sul monte Bonifato, che non interferisce con Malta. Telejato, è celebre per le sue inchieste contro la mafia e le sue ramificazioni nella società. Il Ministero ha volutamente ironizzato sulla vicenda nella parte in cui afferma che “non serve un’inchiesta particolarmente approfondita per scoprire la verità: basta leggere la delibera Agcom e il decreto ministeriale che disciplinano la rottamazione delle frequenze”.
Viene da chiedersi perché il chiarimento del Ministero sia arrivato con questo ritardo. In base alla delibera Agcom i canali regionali da oscurare sono ai numeri 28, 31, 43 e 45. Telejato occupa la posizione 28 dopo la transizione dall’analogico al digitale. L’Autorità e i tecnici del Ministero hanno però diviso la Sicilia in due parti per stabilire quali fossero le zone in contrasto con Malta. Interferenze tra frequenze si verificano per quanto riguarda la parte meridionale dell’isola, su cui non sono ubicati gli impianti di Telejato.
Pochi giorni fa il Governo ha avviato la procedura di rottamazione delle frequenze appartenenti alle tv locali che interferiscono con i paesi confinanti. Il Mise ha messo a disposizione 50 milioni e 826mila euro per le misure compensative. Sul sito dello stesso sono state pubblicate le indicazioni che permetteranno a chi libererà celermente le frequenze di usufruire delle misure. Le domande dovranno essere inviate al Mise non oltre il 1 dicembre 2015.