Telecomunicazioni, indetto lo sciopero nazionale per il 6 giugno prossimo e giovedì incrociano le braccia i dipendenti Wind. I sindacati hanno proclamato l’astensione dal lavoro per l’intero turno di lavoro da otto ore in ogni zona d’Italia, a eccezione di Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta. Lo sciopero, qui, sarà “recuperato” due giorni dopo, l’8 giugno, per rispettare le franchigie elettorali. I motivi dell’agitazione sono da rintracciata nella “difesa dei perimetri occupazionali” e nella necessità di “rilancio del settore delle telecomunicazioni”.
L’annuncio è arrivato in una nota sottoscritta dalle segreterie nazionali Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil. Le ragioni dello sciopero delle telecomunicazioni sono state riassunte all’interno di un documento che è stato inviato, con tutte le formalità del caso, al ministero del Lavoro e alla Commissione di garanzia per gli scioperi. In cui si legge: “Le scriventi dichiarano di aver esperito con Assotelecomunicazioni Asstel la procedura di raffreddamento con esito negativo il giorno 12 aprile 2023 e con il Ministero del Lavoro il tentativo di conciliazione in data 19 aprile 2023, anche questa con esito negativo”.
Intanto, giovedì 4 maggio, ci sarà lo sciopero dei dipendenti della compagnia telefonica Wind Tre. L’agitazione è dovuta alle proteste contro lo scorporo che è ferocemente avversata dalle parti sociali. “Come organizzazioni sindacali abbiamo, ancora una volta, ribadito la nostra totale contrarietà allo scorporo, che rappresenta una mera operazione finanziaria di corto respiro, un efficientamento economico – spiegano le segreterie in una nota – senza alcuna prospettiva industriale e che, temiamo, genererà ricadute occupazionali nel futuro”. Le organizzazioni hanno inoltre annunciato l’intenzione di scrivere nei prossimi giorni al governo e ai ministeri competenti per chiedere un incontro specifico, per ribadire la contrarietà all’operazione di scorporo: “La vertenza di WindTre, così come le altre aperte in queste settimane dalle aziende del settore, non si risolve da sola ed è per questo che, come segreterie nazionali, abbiamo dato il via alla mobilitazione del settore delle Telecomunicazioni, perché si apra un vero tavolo di confronto con le istituzioni in grado di dare risposte complessive all’intero comparto”.
John Elkann ha intenzione di vendere Repubblica. E con l’eventuale cessione del quotidiano, Gedi verrebbe…
I governi vanno ritenuti responsabili delle morti dei giornalisti: lo afferma l’Ifj, la Federazione internazionale…
Il Papa vuole che si cominci a fare la pace partendo dalla comunicazione, dall’informazione, dal…
Il comitato di redazione di Askanews “chiama” il sottosegretario Alberto Barachini. I giornalisti dell’agenzia di…
Anche i pubblicitari si oppongono alla web tax: Federpubblicità snocciola numeri, dati e cifre per…
La manovra non piace agli editori perché non c’è “niente per il libro”. E l’Aie…