I dubbi della politica
Ma la ventilata partnership preoccupa la politica. Il senatore del Pd, Stefano Esposito, lamenta il mancato avvio di un procedimento aperto di gara. E’ perciò, in primis, un problema di trasparenza. Si richiede che mercati ed istituzioni non siano tenuti ad oscuro dell’operazione. Ma Esposito punta il dito anche sul valore dell’operazione, che, in base alle indiscrezioni, supererebbe i multipli tipici del settore. Un’anomalia dovuta all’unicità di Metroweb nel panorama italiano. Delle perplessità si riscontrano anche in relazione alla concorrenza nel mercato. Come evidenziato dalla deputata del Pd Cristina Bargerio, l’acquisizione di Metroweb da parte di un colosso come Telecom potrebbe portare a degli squilibri nel settore. Nei fatti la società milanese è l’unica a possedere una infrastruttura alternativa a quella di Telecom. E ha il ruolo di fornitore di reti per Fastweb e Vodafone.
Uno sviluppo necessario?
E’ atteso perciò l’intervento dell’Antitrust, che dovrà chiarire se il progetto si può realizzare senza incidere gravemente sulle dinamiche concorrenziali. L’Agcom e lo stesso Garante per la Concorrenza hanno evidenziato in passato le problematiche legate alle operazioni di concentrazione tra imprese. Di sicuro sarebbe una partnership sensata strategicamente. Porterebbe benefici ad entrambe le società, con i clienti di Telecom e le competenze di Metroweb. L’ad di quest’ultima, Alberto Trondoli, ha sempre rilasciato dichiarazioni favorevoli all’integrazione. Del resto la banda larga continua a stentare in Italia, come provano i dati raccolti dall’indagine congiunta di Agcom e Antitrust. Serve un’attenta valutazione per capire se il matrimonio tra Telecom e Metroweb possa contribuire a ridurre il divario con l’Europa.
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