Telecom Italia ha formalizzato all’Autorità per le Comunicazioni una proposta di variazione del canone residenziale per la telefonia fissa, con un adeguamento dell’importo pari a 1,26 euro al mese (Iva esclusa) che porterebbe il valore del canone dagli attuali 12,14 euro a 13,40 euro al mese, sempre Iva esclusa. L’operatore non ha invece chiesto modifiche al canone di abbonamento ed ai contributi per la clientela affari.
Telecom ha motivato evidenziato che l’ammontare del canone residenziale è fermo dal 1 luglio 2002 (quando passò da 11,36 a 12,14 euro al mese). Da quella data l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie ha registrato un incremento del 14,6% (dati Istat). L’attuale valore del canone residenziale dell’Italia, in base alla documentazione di Telecom, è tra i più bassi d’Europa e resterà sotto la media dei principali Paesi Europei anche dopo l’eventuale variazione richiesta, visto che la media continentale è pari a 13,70 euro al mese. In Francia il canone residenziale è di 13,38 euro, in Spagna di 13,97, in Germania di 13,76 euro.
E’ stata proprio l’invarianza, per un così lungo periodo, del canone di abbonamento residenziale ad aver permesso il virtuoso andamento dei prezzi, nel settore delle telecomunicazioni. Prezzi che, dal ‘95, hanno registrato una discesa del 18,1%. Le telecomunicazioni sono state l’unico comparto dei servizi che ha presentato una costante riduzione, mentre gli altri settori hanno evidenziato dinamiche opposte, decisamente inflazionistiche (es. acqua potabile +91,9%, energia elettrica +27,9%, gas +56,7%, pedaggi autostradali +40,8%, trasporti ferroviari +38,1%, trasporti urbani +46,6%, servizi postali +35%).
Telecom propone però all’Autorità la non applicazione dell’aumento previsto sul canone per i residenti, di cittadinanza italiana, che versano in condizioni di maggior disagio economico, e che rientrano nella cosiddetta “social card” introdotta dalla manovra finanziaria approvata a giugno dal governo.
Fabiana Cammarano