Un piano industriale per la diffusione della banda ultralarga nelle regioni del Centro Sud. E’ quanto annunciato da Marco Patuano, ad di Telecom Italia, in un’intervista al quotidiano “Il Messaggero”. Telecom si è aggiudicata i bandi per lo sviluppo e la diffusione della banda ultralarga in sette regioni italiane. La strategia sarà presentata nei dettagli il 19 febbraio. Patuano ha anticipato che le regioni interessate ai nuovi investimenti saranno Calabria, Basilicata, Molise, Puglia, Lazio, Sicilia e Campania. L’ad di Telecom è ambizioso in merito alla tempistica delle operazioni. Secondo le previsioni iniziali l’intero progetto avrà termine entro la metà del 2016. Telecom investirà 550 milioni per la realizzazione delle infrastrutture e 230 per la dotazione di una connessione con velocità compresa tra 30 e 100 mega. Le spese sono cofinanziate dal Fondo europeo di sviluppo regionale. Infine saranno investiti 300 milioni non correlati alle sovvenzioni pubbliche. Per ora i dati relativi alla banda ultralarga sono desolanti. L’Italia condivide con Turchia, Sudafrica ed Emirati Arabi Uniti lo status di paese non in grado di avere tassi di adozione della banda superiori al 10%. Solo il 5,3% degli italiani utilizza connessioni di questo tipo. Ancora non si sblocca la situazione di Metroweb, società attiva al Nord nella realizzazione di reti per banda larga e ultralarga. Telecom farà la voce grossa anche in questo frangente o avrà luogo la gestione condominiale paventata da Vodafone? In questa giungla di interessi c’è anche quello del Governo alla valorizzazione degli asset di Metroweb. Ma anche l’Esecutivo si è arenato su dibattiti interni, relativi alla futura amministrazione della società. Matteo Renzi viene lodato da Patuano per la sua attenzione al digitale, ma la sensazione è che anche questo Governo non stia facendo il massimo per l’ammodernamento del paese. Non sorprende affatto che Telecom non abbia gradito la decisione presa dall’Agcom per le tariffe dell’unbundling relative al quadriennio 2014-2017. Per Patuano il rialzo dei prezzi sfavorisce gli investimenti nella FTTH, la fibra ottica, per incentivare la concorrenza sul versante del FTTC, architettura in cui si utilizzano rame e fibra. L’ad di Telecom non ha torto nel sottolineare una scarsa comunicabilità tra l’Agcom e le altre istituzioni, che è venuta alla luce anche per altre problematiche (la metodologia sul pagamento del canone per gli operatori televisivi, ma anche il contenzioso LCN).
Giannandrea Contieri
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