“La separazione della rete di accesso è una scelta opportuna, coraggiosa e lungimirante, che creerà valore per la società e i suoi azionisti e, sulla base di una evoluzione del quadro regolamentare coerente con i nuovi orientamenti comunitari, consentirà di accelerare significativamente lo sviluppo tecnologico del nostro Paese, con enormi benefici per i consumatori e le imprese”. Lo ha detto il presidente esecutivo di Telecom Italia, Franco Bernabé, parlando in audizione davanti alla commissione Trasporti della Camera dei Deputati.
Per Bernabé “il nuovo assetto societario e la stabilità del quadro regolamentare degli accessi dovrebbero favorire una maggiore garanzia di reddività degli investimenti nelle nuove reti, in linea con i profili di rischio e i vincoli di grandi organismi pubblici, quali la Cassa depositi e prestiti, o investitori finanziari privati che operano nei settori delle infrastrutture”.
Inoltre, ha aggiunto: “per la sua complessità, il progetto di separazione richiede una condivisione profonda da parte del Parlamento e del Governo, delle Autorità. Spetta al Parlamento e al Governo definire e attuare interventi di politica industriale in grado di rilanciare il settore; spetta, invece, all’Autorità di settore definire un quadro di regole che assicuri una adeguata stabilità dei prezzi dell’accesso in rame e una flessibilità dei prezzi dell’accesso in fibra, in linea con i principi della raccomandazione ‘Kroes’ orientati proprio a favorire il conseguimento degli obiettivi 2020 dell’Agenda digitale”.
“Telecom non ha esercitato alcun tipo di pressione su nessuno” ha poi precisato il presidente esecutivo del gruppo di telecomunicazioni, rispondendo, a margine dell’audizione a chi gli chiedeva un commento alle critiche degli operatori alternativi dopo la posizione assunta da Telecom sullo scorporo della rete in seguito alle decisioni dell’Autorità delle comunicazioni.
“Noi – ha detto Bernabé – non vogliamo mettere nessuna pressione di nessun tipo su nessuno”. “Il progetto di scorporo è importante per il Paese e nessuno ce lo ha imposto ma va fatto in un quadro dettato dalle regole europee. Vogliamo che il quadro sulla base del quale abbiamo preso le nostre decisioni sia un quadro certo ed europeo”.
“L’unica cosa” che sorprende il presidente esecutivo di Telecom è “che chi ha tirato la giacchetta sono quelli che, nel giorno in cui l’Agcom doveva prendere importanti decisioni, hanno fatto una lunga intervista sui temi in discussione e minacciato di chiudere interi settori di attività mettendo sul lastrico le famiglie se l’Autorità avesse preso un certo tipo di decisioni. Questo è tirare la giacchetta mentre noi abbiamo fatto solo riferimento ad un quadro regolatorio europeo”.
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