Lo scorso 12 settembre l’Europarlamento ha votato e approvato il testo definitivo della EUCD, la nuova normativa europea sul diritto d’autore. È un provvedimento controverso, soprattutto per due misure contenute nell’articolo 13 e nell’articolo 11. L’articolo 13 introduce l’obbligo di filtrazione dei contenuti caricati in rete dagli utenti per le grandi piattaforme come YouTube o Facebook, mentre l’articolo 11 prevede una nuova forma di copyright giornalistico che potrebbe tradursi nella cosiddetta “link tax”.
“Tassa sui link” è l’infelice nomignolo affibbiato a una misura che assomiglierà più a un obbligo di licenza per l’uso degli snippet degli articoli, cioè gli estratti di testo utilizzati dagli aggregatori di notizie per riassumere i contenuti linkati. La norma, come si legge nel testo approvato a settembre, è pensata per riallineare “il crescente disequilibrio tra piattaforme ed editori, comprese le agenzie di stampa”, che nella visione dell’Europarlamento, “ha già portato a una sensibile regressione del panorama mediatico a livello regionale”.
La “piattaforma” più colpita sarà inevitabilmente Google News: l’azienda di Mountain View, se l’EUCD dovesse passare in questa forma, sarà costretta a stipulare accordi di licenza con tutti gli editori (o con uno o più consorzi di editori). Il servizio News, però, non è mai stato fonte di profitto per Google e il rischio è che, fatti due calcoli, l’azienda californiana decida più semplicemente di chiuderlo anziché versare un obolo agli editori. Un simile risultato andrebbe ad ulteriore detrimento dei giornali online, che perderebbero di colpo tutto il traffico proveniente dall’aggregatore.
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