TARIFFE. GENTILONI SCRIVE AL GOVERNO

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Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. – Per sapere – premesso che:
il 31 marzo 2010 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 75 il decreto del Ministro dello sviluppo economico 30 marzo 2010 che sospende, a far data dal 1o aprile 2010, le agevolazioni postali per spedizione di quotidiani, periodici, libri e pubblicazioni no-profit; sospensione che sarebbe dovuta al venir meno del Fondo presso gli appositi capitoli di bilancio della Presidenza del Consiglio dei ministri:
in pari data, le Poste italiane spa hanno diramato ed applicato agli editori le nuove griglie tariffarie per la spedizione di quotidiani, periodici, pubblicazioni informative no-profit, promozioni no-profit, equiparando tutte le suddette tariffe alla tariffa-base (euro 0,2830 fino a 200 grammi di peso ed oltre per pesi ulteriori);
le agevolazioni postali sono previste da decenni da leggi che ne fissano i criteri di applicazione e demandano ai decreti ministeriali esclusivamente la misura delle tariffe e delle conseguenti agevolazioni; i decreti assolvono dunque alla funzione di mera esecuzione, in concreto, della volontà espressa dal Parlamento di sostenere, in funzione di tutela del pluralismo informativo, l’editoria periodica e quotidiana;
disporre con decreto la sospensione delle agevolazioni significa nei fatti annettere alla sfera di competenza ministeriale una materia che ricade sotto la competenza del Parlamento, peraltro col gravissimo risultato di porre fine – allo stato delle cose – a questa fondamentale forma di sostegno pubblico all’editoria;
l’articolo 3, comma 1, della legge 46 del 2004 prevede che il rimborso a Poste italiane per le agevolazioni postali viene effettuato «nei limiti dei fondi stanziati sugli appositi capitoli del bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri»;
la suddetta norma, quindi, prevede che siano i «rimborsi» a Poste italiane a dipendere dall’ammontare dello stanziamento e non le tariffe agevolate;
Poste italiane, nella determinazione delle nuove tariffe postali non agevolate, non ha tenuto conto della norma del comma 27 dell’articolo 2 della legge 28 dicembre 1995, n. 549, che prescrive che per le pubblicazioni no-profit «si applica una tariffa pari al 25 per cento» di quella prevista per gli iscritti al ROC;
in relazione alla repentina entrata in vigore del decreto ministeriale citato e delle nuove griglie tariffarie predisposte da Poste Italiane, gli editori di quotidiani e periodici hanno, da un giorno all’altro, subìto un aumento tariffario di spedizione pari al 130 per cento;
in relazione alle nuove griglie tariffarie di Poste italiane, gli editori di pubblicazioni informative e promozionali no-profit hanno subìto un aumento tariffario di spedizione del 500 per cento;
in relazione all’accorpamento in un’unica tariffa di peso (0-20 chilogrammi) della tariffa «pacco contenente libri», gli editori hanno subìto un aumento da 1,50 euro a 7 euro a pacco editoriale -:
se la Presidenza del Consiglio e i Ministeri competenti siano consapevoli del gravissimo vulnus al principio costituzionale dell’articolo 21 che il decreto 30 marzo 2010, per i contenuti, le modalità ed i tempi che lo hanno caratterizzato, è suscettibile di determinare in danno dell’intero comparto editoriale italiano;
se la Presidenza del Consiglio e i Ministeri competenti abbiano valutato le gravi ricadute economiche e occupazionali del decreto sul comparto dell’editoria a stampa, già sconvolta da una fortissima crisi caratterizzata da un notevole calo di fatturati e volumi;
se la Presidenza del Consiglio e i Ministeri competenti siano edotti della circostanza che in questo preciso momento, migliaia di editori di piccole e grandi riviste periodiche della più diversa specie, centinaia di piccole e grandi testate di informazione, centinaia di riviste di associazioni no profit versano in una drammatica situazione che richiede una scelta tra la sospensione delle pubblicazioni, ovvero l’assunzione dei nuovi gravosissimi oneri necessari per mantenere gli impegni assunti con i propri abbonati;
come il Governo intenda agire per porre rimedio alla situazione determinata dall’oggi al domani da un decreto ministeriale ad avviso dagli interroganti sbagliato nei contenuti, e inadeguato nei tempi e nei modi di adozione, nonché per salvaguardare una indispensabile forma di sostegno indiretto all’editoria, soprattutto per i piccoli e medi editori che nella spedizione in abbonamento postale trovano l’unica e insostituibile forma di diffusione al pubblico delle proprie testate.

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