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TARANTOLA RISANA I CONTI. MA SUBITO 650 MILA EURO A GUBITOSI

In Rai bisogna risparmiare. Dipende. La Tarantola ha chiesto un contratto da 650 mila euro annui per Gubitosi. La Corte de Conti frena. Per le superdeleghe se ne parla oggi in cda. Il Pdl apre uno spiraglio. Sarà compromesso?
L’approvazione di Gubitosi è stata quasi unanime: 8 voti favorevoli; solo Verro del Pdl (che si era astenuto anche per la votazione sulla Tarantola) si è astenuto. Pare per “motivi di danaro”. È passato appena un giorno dalla conferma dell’ex ad della Wind. Ma subito si aprono nuovi spiragli polemici.
«Avrei auspicato maggiore sobrietà sulle clausole relative al compenso. In un contesto difficile, in cui tutti quanti siamo chiamati a fare sacrifici, avrei auspicato maggiore sobrietà sulle clausole relative al compenso del nuovo dg», ha spiegato Verro. Il consigliere pidiellino non ha tutti i torti visto che per i dirigenti pubblici il tetto è stato fissato in 300 mila euro.
Lo stipendio di Gubitosi dovrebbe essere diviso in 3 parti: la parte fissa, quella variabile (legata a premi di produzione o ad altre eccezionalità) e l’indennità di funzione (tipico “surplus” assegnati ai manager).
Si tratterebbe dello stesso stipendio del predecessore Lorenza Lei. L’ormai ex dg percepiva 500 mila euro di fisso e 150 di aggiunte “variabili”. E già la remunerazione della Lei ha fatto discutere in passato. È da quasi un anno che la Rai risparmia “ad intermittenza”. Pare che tra fine 2011 e inizio 2012 la Lei si è aumentata la parte fissa dello stipendio di 30 mila euro arrivando a 530 (forse perché ha raggiunto dopo anni di perdita il pareggio di bilancio?). Tale retribuzione, non a caso, sarà mantenuta a vita, anche ora che la Lei non è più dg.
Tornando allo stipendio di Gubitosi, anche il rappresentante della Corte dei Conti avrebbe tentennato. Dunque è molto probabile che lo stipendio chiesto dalla Tarantola per il nuovo dg verrà ridiscusso, soprattutto per quanto riguarda la parte fissa. Quest’ultima, ricordiamo, continuerà ad essere percepita a vita da Gubitosi, dovrebbe essere sensibilmente inferiore a 500 mila euro.
«Mi piacerebbe che un nuovo corso non cominciasse con polemiche. Credo che il curriculum di Gubitosi sia tale da poter permettere al diretto interessato di rinunciare alla garanzia del tempo indeterminato», ha affermato Carlo Verna, segretario dell’Usigrai, sindacato dei giornalisti Rai.
Ma lo stipendio di Gubitosi è solo un “dettaglio”, per quanto significativo ed emblematico della situazione generale dell’Italia (dove c’è chi i sacrifici li annuncia e chi li fa). La Rai ha 300 milioni di debiti pregressi. Infatti la priorità per la Tarantola è sistemare la situazione finanziaria dell’azienda. «Nell’immediato il nostro compito è di individuare con chiarezza e tempestività le azioni da intraprendere, di risolvere in modo strutturale e duraturo i problemi economico/finanziari dell’azienda mettendo ordine nei conti, dal lato dei costi e dei ricavi perché senza risorse la Rai non ha futuro». Da buon banchiere c’era da aspettarselo.
Insieme a Vittorio Grilli, ministro del Tesoro, il presidente ha già abbozzato un piano che prevede dei prepensionamenti, una cartolarizzazione di immobili e forse anche una riduzione dei canali (da 14 a 6-8) con relativo licenziamento del personale in esubero.
E poi c’è il piano editoriale e culturale. La Tarantola vuole una gestione bastata su merito, autonomina, pluralismo dell’informazione, una squadra coesa, una ricerca dell’eccellenza sia per l’informazione che per l’intrattenimento. Tante buone cose, ma che sanno di promesse rituali.
La vera “sterzata” potrebbe avvenire a livello gestionale. L’ex vicedirettore di Bankitalia vuole una distinzione dei ruoli, senza sovrapposizione e aree grigie. Quasi una sorta di preludio alle superdeleghe, di cui si parlerà a breve in cda. Non sarà un passaggio semplice, visto che il Pdl, fino a qualche giorno fa, ha osteggiato i superpoteri che Monti ha conferito alla Tarantola. Tuttavia potrebbe esserci un compromesso. Al cda dovrebbe rimanere la competenza sulle nomine editoriali in senso lato (bisognerà capire cosa in intende per “editoriali”). Il presidente avrà competenza autonoma sulle nomine delle strutture amministrative e finanziarie, oltre che sui contratti fino a 10 milioni. La Tarantola assumerebbe le veci di una sorta di amministratore delegato.
Luisa Todini ha aperto uno spiraglio di fiducia . «Non vedo nubi all’orizzonte; cercheremo di essere rapidi», ha promesso il consigliere del Pdl.
Vedremo.

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