TARANTOLA E GUBITOSI CHIEDONO NUOVO PERSONALE. SU LEGITTIMITÀ NOMINA PRESIDENTE E DG SI DECIDERÀ A FINE ANNO

Nuovo staff per la Tarantola e per Gubitosi. Quello di Garimberti e della Lei non è abbastanza fidato. Verro: «Bisogna valorizzare le strutture interne dell’azienda». Slittato a fine anno il ricorso del Codacons sulle nomine (presidente e dg) “imposte” da Monti.
Bisogna risparmiare? Dipende. Oltre 13 mila dipendenti potrebbero non bastare.
Tarantola e Gubitosi starebbero pensando di infoltire la schiera dei dipendenti del servizio pubblico. E sarebbe nelle loro possibilità. C’è chi ipotizzava che, visto il clima di austerità, si valorizzassero le risorse interne. Ma potrebbe non essere così.
Il presidente e il dg avrebbero chiesto almeno 4 persone ciascuno per creare la propria segreteria. La Tarantola non avrebbe intenzione di “riciclare” i funzionari già presenti. E Gubitosi non “si fida” dello staff della Lei.
Eppure sono stati proprio la Tarantola e Gubitosi ad affermare che erano «intenzionati a valorizzare al massimo le buone risorse all’interno dell’azienda».
Riguardo a ciò, Antonio Verro, il consigliere del Pdl, già qualche giorno fa, ha precisato che, nel cda di oggi, avrebbe chiesto la valorizzazione e il riutilizzo delle risorse interne.
Per parsimonia o per un eccessivo conservatorismo? O magari solo per buon senso, visto che in Rai si sono, come riporta Lettera 43 ben 3 direttori della comunicazione. E ognuno di questi gode di una segreteria personale. E poi, per un eventuale “rinforzo” ci sono sempre 1300 giornalisti.
Inoltre potrebbero esserci delle novità sul tetto dei compensi a Viale Mazzini. Un emendamento alla spending review potrebbe porre un tetto di 300 mila euro agli stipendi dei dirigenti Rai. In realtà tale limite è già presente per i dipendenti pubblici, ma per la tv di Stato non è precisato. In ogni caso i compensi della Tarantola e di Gubitosi (rispettivamente 366 e 650 mila euro) superano abbondantemente tale tetto. La regola, se dovesse esserci, varrà per i loro successori.
Sempre a proposito del presidente e del dg, su di loro pende un ricorso del Codacons al Tar del Lazio. Ieri la I sezione del Tribunale amministrativo ha deciso che la questione sarà discussa nel merito a fine anno. Per l’Associazione dei consumatori tali nomine sono «illegittime poiché la scelta del direttore generale Rai non rientra certo tra i poteri del Governo ma del Cda». Inoltre tale comportamento avrebbe influenzato negativamente gli investitori pubblicitari. Secondo il Codacons la Rai ne è uscita «delegittimata nel suo ruolo e nel suo potere contrattuale». Le nomine di Tarantola e Gubitosi «dovevano essere il frutto di una procedura caratterizzata da trasparenza e rispetto della normativa, da un’analitica, dettagliata, motivata e ben istruita fase di valutazione e comparazione dei curricula», mentre il presidente Monti «ha indicato determinate candidature, specie quella del dg, in una maniera tale da provocare un legittimo dubbio circa la politicizzazione della scelta finale». Inoltre sarebbe stata violata «la libertà di autodeterminazione propria del cda, facendo ritenere, anche agli investitori pubblicitari, che l’attuale compagine amministrativa sarà una sorta di longa mano del premier e delle banche».
In sostanza, sono le stesse critiche che si facevano a Berlusconi. E la storia si ripete.