TAGLI RAI: I NUMERI. IL DG: ELIMINEREMO SOLO GLI SPRECHI E INVESTIREMO IN QUALITÁ

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C’è crisi e si taglia. In Rai si prospetta una nuova manovra da 46 milioni di euro. La Lei tranquillizza: «taglieremo dove è giusto tagliare per investire in un’offerta multimediale e di qualità».
Il piano, esaminato il 26 aprile, sarà votato dai nuovi vertici, ma sembra già pronto all’uso.
Ecco i numeri del Corriere della Sera. Si inizia dai notiziari: «Tg1 -200 mila euro, Tg2 -400, Tg3 -800, Tgr -200». Tale ripartizione ha indignato il direttore del Tg3, Bianca Berlinguer. Quest’ultima ha evidenziato che è proprio il suo tg, quello con meno risorse e che ha risparmiato di più, a pagare il prezzo più alto. La questione sarà chiarita a breve.
Ritorniamo ai tagli: a «Rai sport -200 così come Rai Ragazzi e Rai Educazione. Rai Fiction perde 300 milioni, la nuova direzione Intrattenimento di Giancarlo Leone scende da 3 milioni a 2,5, confermati i tagli alle reti (Rai1 -5 milioni, Rai2 -3, Rai3 -1,5). Ben -4,8 a Rai Cinema. Nel digitale, la Rai4 di Carlo Freccero, che da sola attira il 40% della pubblicità digitale, scende da 1 milione a 700 mila euro mentre Rai5 cala da 7,8 milioni a 6,8. Anche Rai News ha un taglio da 300 mila. Le Teche Rai avranno 500 mila euro in meno e così la Radiofonia. La Produzione tv con l’Orchestra Rai si ritroveranno con un -2,5 milioni».
Dunque ad un budget già risicato per il 2012 si aggiunge ulteriore rigore. La metodologia dei tagli servirà per rilanciare la tv pubblica? Se lo chiedono in molti.
Il dg, Lorenza Lei, in un’intervista a La Stampa, spiega le sue ragioni.
Per il direttore generale la Rai deve riappropriarsi del suo ruolo di servizio pubblico, abbandonando il suo “lato” commerciale. «La Rai negli ultimi vent’anni si è conformata ad un sistema televisivo dominato da due grandi operatori [l’altro è Mediaset, ndr]. Ne è nato così un ibrido editoriale che conteneva insieme le ragioni del servizio pubblico e le esigenze della tv commerciale. Ora, con l’avvento del digitale che per la Rai ha significato un investimento complessivo di 500 milioni di euro, l’azienda deve riorganizzare la sua missione. Il servizio pubblico radiotelevisivo, se opportunamente rinnovato, può diventare un fattore di riequilibrio delle dinamiche di mutamento sociale in atto nel paese».
Il direttore generale assicura che saranno tagliati solo gli sprechi, come i «super compensi delle star» perché «più soldi non significa più qualità».
Per la Lei i tagli non saranno finalizzati ad un mero risparmio, bensì «l’ottimizzazione delle spese servirà a generare risorse per i canali tematici e il web: È lì che investiremo».
Inoltre per il dg la Rai deve puntare sulla qualità del prodotto, distinguendosi dalle altre emittenti con «una propria cifra editoriale e stilistica» in modo da poter raggiungere il pareggio di bilancio anche per il 2012.
Riguardo al meccanismo di nomine del prossimo cda e alle possibili candidature la Lei glissa: «altre valutazioni non spetta a me farle».
La Lei fa un discorso quasi da campagna elettorale. Bisognerebbe chiederle se i contratti non ancora rinnovati al personale non giornalistico e i 38 dipendenti di Rai Corporation di New York licenziati sono da considerarsi degli sprechi.
Egidio Negri

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