Il governo vuole azzerare i fondi all’editoria. Esplode la bagarre dopo le dichiarazioni di Luigi Di Maio relative alla volontà dell’esecutivo di tagliare i finanziamenti ai giornali italiani.
Il braccio di ferro coinvolgerà anche l’Anci che, qualche giorno fa, aveva annunciato un’iniziativa “per avvicinare i cittadini alla stampa” programmata nell’ambito del prossimo congresso dell’Associazione Nazione dei Comuni d’Italia, a Rimini. L’idea è quella di presentare una legge di iniziativa popolare che imponga l’insegnamento nelle scuole della “educazione alla cittadinanza”, da svolgersi con l’ausilio (definito indispensabile) dei giornali. Ma insieme a questo che era il programma ufficiale, i sindaci di Milano e di Firenze, Beppe Sala e Dario Nardella, entrambi dem, hanno dichiarato la loro volontà di proporre un documento che vada nel senso della libertà di stampa e della tutela dell’informazione locale, minacciata frontalmente dalle scelte “draconiane” del governo in carica.
Durissima la reazione in casa Forza Italia. Il deputato Elvira Savino in una nota ritorce contro la Lega l’iniziativa dei pentastellati: “Non ci stupisce che il M5S, allergico alla libertà di stampa e al pluralismo dell’informazione, che mette all’indice i giornalisti sgraditi, che li insulta, che si augura la chiusura dei giornali, voglia tagliare le risorse al Fondo per l’editoria. Ma che ciò sia avallato anche dalla Lega è davvero incredibile e contraddice tutte le battaglie che il Carroccio ha fatto negli anni passati a favore delle piccole realtà editoriali territoriali, proprio quelle che adesso verranno penalizzate, e forse chiuderanno, se dovesse concretizzarsi quanto richiesto dalla risoluzione al Def presentata da M5S e Lega”.
Le fa eco il collega di partito, il deputato Gigi Casciello, giornalista e direttore di numerose testate in Campania che tuona: “Annunciare il taglio dei fondi per il pluralismo è solo l’ultimo atto della vendetta che i “Cinque Stelle” intendono compiere nei confronti dei giornalisti. Annunciare questi tagli significa creare da subito gravi problemi a decine di giornali editi da cooperative di giornalisti e poligrafici, spesso già penalizzati da crisi societarie che li hanno costretti a diventare di fatto imprenditori di se stessi”.
E ancora: “I cinque stelle, a cominciare da Di Maio, non hanno la benché minima percezione di cosa significhi per un’azienda, nel caso specifico per una cooperativa di lavoro, chiedere un credito bancario, nel momento in cui da una forza di Governo si anticipa la soppressione di fondi che permettono a queste stesse società cooperative di sopravvivere e garantire il lavoro a migliaia di lavoratori, considerando anche l’indotto (centri stampa, società di distribuzione, piccole e medie agenzie di raccolta pubblicitaria) e nello stesso tempo il diritto ai cittadini di essere informati. Personalmente, sin dalla prima audizione in Commissione Cultura del Sottosegretario Crimi ho denunciato questo pericolo e l’azione antidemocratica e illiberale del Movimento Cinque Stelle. E’ il momento di rendere sempre più forte questa battaglia di libertà nelle aule del Parlamento e in ogni sede. In gioco c’è la Libertà di Informazione, migliaia di posti di lavoro e la Democrazia”.
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