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Tagipedia: adesso il sapere parla Arabo

imagesimagesConcorrenza in arrivo per Wikipedia. Entro il 2013 è previsto il debutto di un’enciclopedia online interamente in lingua araba: il suo nome è Tagipedia e si presenta come baluardo del sapere indipendente e gratuito.
Il nuovo servizio interesserà un’ingente fetta di naviganti e metterà a loro disposizione ben un milione di voci.
L’apporto avverrà grazie al contributo di giovani studenti universitari, passando però sempre prima per il vaglio di un comitato di accademici ed esperti.
Insomma ogni curiosità sarà esaudita grazie a Tagipedia, ad eccezione di temi “scomodi” comequelli politici e religiosi che al momento non vengono contemplati tra i lemmi del portale.

Nonostante le evidenti limitazioni, cui per forza di cose deve andare incontro, la nuova enciclopedia nasce con l’ambizioso obiettivo di abbattere le differenze culturali con i colossi del mondo occidentale, incluse quelle del sapere.
Il progetto è stato elaborato dal filantropo palestinese, il 75enne Talal Abu Ghazaleh e finanziato dalla società di consulenza a lui legata: la Talal Abu-Ghazaleh Organization.
Una sfida portata avanti da Ghazaleh e i suoi supporter che ha come obiettivo quello di scardinare il monopolio occidentale dello scibile fruibile in rete.
Lo sottolineano le parole di Hamza Alboufeth, uno dei più stretti collaboratori di Talal :
“Non vediamo attorno a noi nessun’altra nuova applicazione araba, né alcuna start up ideata nella nostra lingua, non si tratta quindi solo di creare un sito in lingua araba, quanto piuttosto la necessità di creare contenuti che la gente ci chiede”.
Dunque ora non resta che testare gli effetti del  nuovo strumento di informazione, non appena questi sarà operativo.
Per alcuni versi Tagipedia potrebbe essere letto come un’arma a doppio taglio.
Da un lato la sua natura forse un po’ troppo autoreferenziale lo cataloga come strumento creato e fatto ad uso e consumo degli Arabi, tagliando fuori il resto del mondo.
D’altra parte c’è però da apprezzare il tentativo dell’imprenditore palestinese, che rappresenta una presa di consapevolezza delle mutate esigenze della popolazione locale che riconosce nel web l’ombelico del mondo moderno.

 

 

 

 

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