Il 10 novembre si è riunito il tavolo tecnico dell’area Campania convocato dall’Agcom d’intesa con il MSE-Com che ha portato all’individuazione delle potenzialità di copertura del territorio con reti realizzate in tecnica SFN.
Vista la sussistenza di potenziali problemi interferenziali con la confinante area tecnica 12 (Lazio), l’Agcom ha sottolineato la necessità che risorse isocanale presenti in zone di confine tra aree tecniche limitrofe non superino certe soglie di c.e.m. (questo principio sarà adottato solo dalle emittenti locali e per quelle nazionali – RAI – che utilizzano più di una frequenza per la realizzazione della propria rete).
Dal punto di vista del coordinamento internazionale, la Campania è considerata scevra di problemi, vista la propria collocazione geografica e la provvidenziale presenza della Sicilia quale schermo verso la Tunisia a tutela di eventuali debordi di segnale.
Nell’area campana sono state individuate 55 frequenze disponibili (7 in VHF e 48 in UHF), inoltre, potrà essere considerato pianificabile anche il ch 69 UHF. Ciò nonostante, in ragione dell’elevato numero di emittenti locali operanti, le risorse frequenziali a disposizione non saranno in grado di traghettare l’esistente analogico-digitale in un assetto all-digital in SNF scevro da interferenze. E’ quindi pressoché scontato che, come è accaduto nel Lazio, la medesima risorsa frequenziale sarà riutilizzata da più soggetti, col risultato che i fenomeni interferenziali preesistenti troveranno conferma nel nuovo quadro radioelettrico (si teme che addirittura in alcuni casi vi sarà un peggioramento). (NL)
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