Finalmente uno studio svela la verità, in Europa, sul sostegno dei singoli Paesi all’editoria e all’informazione, esultano File, Fisc e Alleanza Coop. Inoltre la promessa del sottosegretario Moles relativa alla volontà di investire sulla filiera fa esultare le associazioni di piccoli e medi editori, cooperative di giornalisti. La scelta di voler – finalmente – investire nell’informazione ha raccolto il sollievo e l’approvazione degli operatori del settore.
Che, stretti tra una crisi sempre più forte e le complicazioni dovute alla pandemia Covid, vivono momenti non proprio esaltanti. Ma è soprattutto la decisione di voler smentire, una volta e per sempre, l’odiosa fake news che da qualche decennio attanaglia l’area del contributo ai giornali, a soddisfare editori e giornalisti. Che hanno combattuto, per anni, una battaglia silenziosa, in netta minoranza. E, alla fine, hanno visto trionfare la verità. Quella secondo cui l‘Italia è tra gli ultimi Paesi d’Europa per sostegno all’informazione. Altro che “casta”.
In una nota i presidenti di “Alleanza per le cooperative italiane”, settore cultura ed editoria, della “Federazione Italiana Liberi Editori” e della “Federazione Italiana Settimanali Cattolici”, hanno espresso “grande apprezzamento per lo studio presentato dal Dipartimento per l’Editoria della Presidenza del Consiglio, ‘Il sostegno all’editoria nei principali Paesi d’Europa’. Si tratta di un’analisi dettagliata e approfondita che, come sottolineato dal Capo Dipartimento Ferruccio Sepe e dal Sottosegretario Giuseppe Moles, sfata una volta per tutte la fake news circolata insistentemente negli ultimi dieci anni secondo cui l’Italia sarebbe l’unico Paese a sostenere l’editoria con i soldi pubblici”.
Ma non è tutto. Per File, Fisc e Alleanza Coop. “Viceversa, i dati della ricerca mettono in luce come l’Italia investa ancora troppo poco in questo settore vitale per la democrazia, e con i suoi 88 milioni di euro l’anno si colloca al penultimo posto dei Paesi Europei. Le tre associazioni, congratulandosi con il Dipartimento e il Sottosegretario per il difficile lavoro compiuto, auspicano che si proceda ora rapidamente ad abolire la norma voluta dal primo Governo Conte che prevede l’abolizione dei contributi all’editoria a partire dal 2023”.