Quando il giornale è uscito, il 2 luglio del ’96, Pierino aveva già 36 anni e viveva una vita difficile: qualche lavoretto saltuario al mattino e nulla più, con tutto quello che ne consegue per sbarcare il lunario.
Sedici anni dopo, a 52 anni, Pierino è stato quello che forse ha patito di più la chiusura del giornale. E’ stato infatti l’unico che lo ha venduto ogni pomeriggio; l’unico che avesse capito l’importanza di farsi assegnare una zona della città, curare con costanza e puntualità i propri clienti in maniera da assicurarsi un fisso mensile che sommato ai lavoretti del mattino gli consentivano di mettere insieme uno straccio di “stipendio”.
Per sedici lunghi anni Pierino è stato il solo a non tirarsi mai indietro: è andato a vendere i giornali sotto la pioggia, col freddo, con l’umida calura dei mesi estivi; per sedici lunghi anni ogni pomeriggio è passato dal punto di raccolta a prendere la sua parte di quotidiani, cominciando subito dopo il “solito” giro. Nei negozi, soprattutto, dove non aveva più neanche la necessità di convincere qualcuno all’acquisto: i suoi erano ormai clienti fissi. Nulla a che vedere con i giovani che lavoravano il tempo necessario per mettere insieme il minimo per acquistare il nuovo telefonino e poi sparivano dalla circolazione.
E da quando il 1° dicembre del 2012 Barisera ha cessato le pubblicazioni, Pierino si è presentato in redazione, tutti i giorni, a chiedere notizie, per cercare di sapere “se si ricomincia”.
Fino a quando gli è stato detto che tutto era finito. Quella mattina ha avuto la forza di restare impassibile e senza dire una sola parola è uscito col suo fardello di incertezze al seguito.
Sono trascorsi ormai oltre due anni da quando Barisera non è più in distribuzione. Ed è facile incrociare comunque Pierino per le strade dei quartieri Libertà e Murat, nel cuore del capoluogo pugliese. Solo che spesso lo si incontra mentre dà uno sguardo tra il timoroso e il preoccupato nei cassonetti. Questo è probabilmente il suo nuovo modo di “sbarcare il lunario”: evidentemente, non è riuscito a trovare nulla che sostituisse quella parte di “stipendio” che gli garantiva la vendita di Barisera…
Pino Ricco
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