Ha chiuso i battenti il convegno sul crowdfounding organizzato da Assolombarda, nella storica sede milanese di Via Pantano.
Stefano Venturi, responsabile del progetto attrazione investimenti e semplificazione dell’associazione, ha tracciato un bilancio molto positivo del workshop al quale hanno aderito tanti imprenditori, in rappresentanza delle 5. 000 aziende che fanno parte di Assolombarda, e numerose start up.
Venturi ci ha tenuto a sottolineare che “lo sviluppo del crowdfounding in Italia, può essere determinante per dare alle start up quella spinta necessaria verso il decollo, e, nello stesso tempo, suonare la carica per le piccole e medie imprese”.
Secondo Venturi, questa forma di retail on line, rappresenta un nuovo modello di business che parte dal basso perché alla raccolta fondi possono partecipare tutti gli utilizzatori del web: dai venture capitalist alle grandi imprese, fino ai privati cittadini che credono nello sviluppo di un’idea innovativa.
In questo senso l’Italia è un paese che non ha nulla da invidiare agli altri sia perché, con tutti i limiti del caso, è stato comunque il primo al mondo a dotarsi di un regolamento di “equity based crowdfounding”, sia perché non mancano start up interessanti che possono, con il dovuto supporto legislativo e finanziario, potenziare il proprio brand tanto da diventare appetibili a livello internazionale.
Il focus del convegno è stato incentrato proprio sulle possibilità, per le start up e per le PMI, di diventare più competitive attraverso l’innovazione e il crowdfounding che, insieme, potrebbero dare slancio a tutta la nostra economia.
“L’ Agenda digitale ha un ruolo fondamentale in questo passaggio dai vecchi ai nuovi model business – ha precisato Alvise Biffi, presidente della Piccola Impresa di Assolombarda – perché la raccolta fondi on line deve diventare, sempre più, uno strumento prezioso al quale devono attingere le start up per sviluppare le loro idee che poi, come in una sorta di circolo virtuoso, possono portare linfa vitale alle aziende in difficoltà, bisognose di ‘svecchiare’ servizi e prodotti” .
Maggiore chiarezza è stata invocata da Alberto Baban, presidente del consiglio regionale piccole industrie di Confindustria Veneto, secondo il quale “l’equity crowdfounding” deve essere regolamentato in maniera diversa, così come deve essere introdotta una maggiore flessibilità rispetto alle attuali regole sul mondo del lavoro. Allegerimento della pressione fiscale compresa, per non sottrarre forza e credibilità alle PMI”.
Occorre dunque mettere in campo tutte le sinergie possibili: dalle risorse umane allo snellimento della burocrazia fino all’e-business, per consentire al nostro Paese di non perdere questa nuova, grande, occasione per ricominciare a crescere.
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