I Giornalisti della Campania dicono ‘no’ all’art. 8 della manovra finanziaria sui licenziamenti facili. Proclamano lo stato di agitazione e, d’intesa con la Federazione nazionale della stampa, sono pronti a sostenere l’eventuale ricorso alla Corte Costituzionale e al Referendum abrogativo. Gli Stati Generali si sono conclusi con la decisione unanime di mettere in campo tutte le azioni di lotta necessarie a superare il momento di crisi della categoria, contrastando ogni tentativo, dentro e fuori le redazioni, di limitare la libertà di stampa e l’autonomia della professione.
Queste le decisioni assunte al termine degli Stati Generali dell’Informazione della Campania che si sono tenuti ieri a Napoli all’Hotel Alabardieri, organizzati – per affrontare la grave situazione del precariato – dai vertici regionali della categoria, Ottavio Lucarelli, (Ordine), Enzo Colimoro (Assostampa), Lino Zaccaria (Inpgi), Marisa La Penna (Casagit).
Questi i punti salienti emersi al termine dei lavori che hanno ribadito l’unità della categoria pronta ad affrontare le sfide del futuro:
1. Tempi rapidi per l’approvazione della proposta di legge sull’equo compenso, inglobando anche le spese effettivamente sostenute per l’espletamento del lavoro giornalistico.
2. Vigilanza della FNSI sull’accesso ai fondi pubblici per riorganizzazioni aziendali in relazione agli stati di crisi.
3. La garanzia del sostegno pubblico all’editoria solo se legato strettamente al mantenimento dei livelli occupazionali e alla creazione di nuovi posti di lavoro in grado di assorbire stabilmente colleghi precari o disoccupati. In tal senso, a livello nazionale e locale, chiedono una revisione delle norme di attuazione delle leggi esistenti giudicate poco rigorose. Il finanziamento pubblico all’editoria non può essere soltanto un regalo agli editori.
4. Le pubbliche amministrazioni, sull’esempio della Regione Campania, recepiscano la legge 150/2000.
5. L’impegno degli organismi di categoria a intensificare le azioni di contrasto a violazioni normative, deontologiche e contrattuali, anche al fine di impedire ogni forma di conflitto o commistione di interessi e per assicurare la massima trasparenza e correttezza nello svolgimento dell’attività professionale.
6. Intensificare le azioni a tutela dei giornalisti impegnati nella cronaca nei territori a rischio criminalità.
7. Organizzazione di corsi gestiti localmente, in sinergia tra gli organismi di categoria della professione, per formare anche chi non ha la possibilità di frequentare le redazioni.
8. Difesa dell’unità dell’Ordine dei giornalisti e sostegno a una nuova proposta di riforma che rispetti le indicazioni del Consiglio nazionale.
9. Impegnano tutta la categoria nella difesa dell’autonomia di Inpgi (Istituto Previdenza Giornalisti) e Casagit (Cassa Assistenza Sanitaria) nella tenuta del welfare di categoria per una sempre più efficace tutela di contrattualizzati e precari. (Ansa).
L’Usigrai torna a tuonare contro la governance di viale Mazzini e denuncia: “Rai bloccata dai…
Dopo aver ingaggiato la battaglia dei copyright con Google, l’Australia è pronta a fare sul…
Solo gli iscritti all’albo professionale, cioè i giornalisti, possono firmare i comunicati stampa. Ciò che…
Padre Benanti e l’intelligenza artificiale. Secondo il presidente del comitato per l’intelligenza artificiale presso il…
Il ministro degli Interni Matteo Piantedosi teme che l’intelligenza artificiale possa trasformarsi in un “pericoloso…
Oggi alle 18 in piazza Venezia a Roma Il Tirreno sarà premiato con il Digital…