E’ arrivato puntuale a palazzo Labia, sede della Rai, il sottosegretario alla presidenza del consiglio, con delega all’editoria, Giovanni Legnini, invitato agli stati generali dell’informazione organizzati a Venezia. E nell’ambito della giornata, ha concesso una breve ed esclusiva intervista alla “Voce di Rovigo”, sul futuro dell’informazione, e dell’editoria, dal punto di vista del Governo. “Ci sarà un miglioramento per quanto riguarda i fondi relativi al 2013, per l’esercizio 2012, da destinare all’editoria – ha premesso Legnini – con un assestamento della percentuale, dovuto alla riduzione della platea degli aventi diritto”.
Qual è il suo atteggiamento con i giornali locali e le cooperative editoriali?
“Parto dal fatto che il contributo diretto all’editoria è stato ridotto negli anni, escludendo molte testate. Molti cittadini sono ancora convinti che vengano finanziati ancora i grandi giornali, ma non è così. Chi è rimasto, soprattutto la stampa locale, sono certo vedrà esaudite le sue istanze. Il mio atteggiamento è per loro assolutamente positivo, sono riferimenti di un’informazione diretta che garantisce il pluralismo”. Secondo il sottosegretario Legnini, è proprio la stampa locale quella che “ascolta i cittadini, le amministrazioni e le imprese del territorio”.
Quali saranno gli strumenti governativi che proponete per sostenere queste realtà?
“Abbiamo in mente di rafforzare lo strumento della cooperativa non accrescendo i contributi ma introducendo la possibilità dei soci sovventori, ferma restando la natura giuridica della cooperativa stessa, come soci di capitali. Mi sembra il veicolo societario più interessante e sarà l’oggetto di uno dei prossimi decreti legislativi”.
Si parla tanto di svolta digitale, non crede che dietro questa svolta ci sia comunque la carta stampata?
“Sostenere la digitalizzazione della stampa, e più in generale del Paese, è uno dei capisaldi dell’agenda digitale, appunto, del presidente Letta. Ma il ruolo della carta stampata rimane importante. Anche se le copie vendute sono in calo, pensare che nel breve-medio periodo si possa sostenere da sè un giornale solo digitale, è una valutazione vana”. In questo senso, anche la pubblicità, nelle edizioni digitali, è un’incognita.
“Intervenire con norme di legge nel mercato pubblicitario è un’operazione delicata. Ma del resto bisogna fare delle riflessioni: la pubblicità che in buona parte sostiene la stampa è andata riducendosi per effetto della crisi e si è trasferita, in parte, non tanto sulle testate on-line, ma sui motori di ricerca, che attualmente la assorbono. Questo fenomeno, del quale prendiamo atto e che rispettiamo, richiede una qualche regolazione. Di certo curare i motori di ricerca è un mestiere che ha migliorato la nostra vita, ma è un problema serio che va analizzato e riguarda il riconoscimento dei diritti d’autore. E un dibattito analogo serve anche riguardo la distribuzione della pubblicità nazionale”.
Il sottosegretario all’editoria conclude l’intervista ricordando l’accordo che è stato sottoscritto tra Governo e mondo dell’editoria (tra cui anche la File, Federazione italiana liberi editori alla quale è associata “La Voce di Rovigo” ndr) il 6 agosto scorso e tra poco sarà operativo. “Si tratta di un’intesa importante che coinvolge, per la prima volta, l’intera filiera dell’editoria italiana: produzione news, pubblicazione (stampa e on line), distribuzione e vendita. L’accordo segue la risoluzione parlamentare approvata il primo agosto scorso dalla commissione affari costituzionali del Senato e costituirà la base per un prossimo intervento normativo”.
Nell’intervento “istituzionale”, durante gli stati generali dell’informazione ieri a palazzo Labia, il sottosegretario Giovanni Legnini, ha analizzato altri aspetti del settore per il quale ha la delega.
“Per l’editoria c’è un contenitore normativo e finanziario nella legge di stabilità sul quale dobbiamo vigilare perchè c’è un assalto alla diligenza al contrario – le parole di Legnini – non è vero che lo Stato italiano regala i soldi ai giornali perchè, ad esempio, rispetto ai 280 milioni di contributi del 2006, l’attuale legge di stabilità ne prevede solo 58. Dovremmo cercare di incrementarli. Anche il fondo globale per l’editoria è passato dai 506 milioni del 2007 ai 142 previsti per il 2014: altri paesi europei hanno fatto di più e meglio”.
Legnini ha quindi sottolineato come il Governo abbia “una strategia per contrastare la crisi dell’editoria, le cui prime risposte sono contenute nella legge di stabilità”. “A fronte della crisi dell’editoria – ha proseguito il sottosegretario – il Governo si è mosso e si sta muovendo in modo tempestivo. Dopo poche settimane di lavoro, il 6 agosto scorso, abbiamo stipulato un protocollo d’intesa con l’intera filiera dell’editoria, dagli editori agli edicolanti, e stiamo traducendo in norme quell’accordo. La prima importante risposta è contenuta nella legge di stabilità, con un fondo anti-crisi e per l’innovazione di 120 milioni in tre anni, finalizzato agli investimenti nel digitale, all’assunzioni dei giovani, agli ammortizzatori sociali e al sostegno all’uscita. E poi, un pacchetto di norme importanti che introdurremo in un ulteriore prossimo provvedimento per declinare i punti dell’intesa del 6 agosto: quindi, una strategia globale per contrastare la più grave crisi dell’editoria che si ricordi”.
“Noi vogliamo stimolare i rappresentanti degli interessi a sviluppare un vero e proprio progetto industriale per far riprendere l’editoria – ha aggiunto il sottosegretario – servono risposte nuove e strumenti nuovi per guardare avanti e non indietro”. “Il protagonismo delle Regioni è auspicabile: è integrativo alle politiche nazionali vigenti e in via di definizione – l’auspicio finale di Legnini – l’editoria italiana e non solo ha subito effetti gravissimi dall’evoluzione del digitale”. “Noi dobbiamo fare ciò che fanno negli altri paesi: il rispetto delle regole deve valere per tutti – ha sottolineato il sottosegretario – nessun pregiudizio verso i motori di ricerca, ma il riconoscimento che le regole devono valere per tutti. Quindi, il ricomoscimento del diritto d’autore, il rinvio a un accordo tra le parti e in mancanza di questo un intervento sostitutivo dell’Agcom”.
Legnini ha poi concluso parlando del compenso per i collaboratori: “L’equo compenso va attivato è un fatto di civiltà, di qualità del lavoro e di rispetto. Il governo sarà determinato ad attivare queste misure, ma occorre un progetto generale per l’editoria e per il rilancio e per ridare dignità alla professione”.
Luca Crepaldi (La Voce di Rovigo)