Cinque fasi temporali per cinque macroaree di intervento. Ecco le chiavi e i temi su cui il governo vuole intervenire per rilanciare il settore dell’editoria e il rapporto tra l’informazione e i cittadini.
La prima è stata individuata nell’area della cosiddetta Informazione Primaria e riguarda da vicino le agenzie: saranno raccolte proposte “di riforma del sistema e sul ruolo delle agenze nel sistema informativo”. La seconda area riguarda da vicino i giornalisti e gli operatori dell’informazione. Quest’area viene declinata in sei settori. Il primo è stato individuato nella libertà e nell’indipendenza del giornalista e del giornalismo; il secondo riguarda i contratti e i compensi e si propone “la revisione dei contratti di lavoro e l’identificazione di un equo compenso”. Infine la terza proposta che riguarda la riforma della cassa di previdenza dei giornalisti. Sul tavolo del dibattito, al quarto punto c’è il futuro dell’Ordine dei Giornalisti e l’ipotesi di una proposta alternativa “al sistema attuale o superamento”. Al quinto punto la questione della deontologia professionale “quali meccanismi implementare per ristabilire reputazione, credibilità e autorevolezza del giornalismo”. All’ultimo punto l’ingresso delle nuove figure professionali nel mondo dell’informazione e quale inquadramento prevedere per traduttori, fotoreporter, videoreporter, social media manager e via discorrendo.
La terza macroarea investe direttamente il settore strategico dell’editoria ed è anche questo suddiviso in sei punti di discussione. Dal sostegno al pluralismo “In una logica di mercato a rischio fallimento” alla ridefinizione e alle prospettive del ruolo di editore puro, alla remunerazione del diritto d’autore nel mondo del web, e le prospettive di rilancio per i settori della distribuzione, della stampa tipografica e poligrafica e, non da ultimo, la valorizzazione, integrazione e strutturazione dell’attuale rete di vendita.
C’è una quarta area individuata dagli Stati Generali dell’Editoria e riguarda il rapporto con il mercato. Tre punti, anche qui, per immaginare idee e proposte per risollevare il settore. In primo luogo c’è il tema della semplificazione delle regole, a cui segue la regolamentazione della raccolta pubblicitaria, l’implementazione dell’editoria digitale e la valorizzazione dei formati digitali dei libri di ogni settore. Infine, l’ultima e importante area e riguarda il rapporto tra la stampa, l’editoria e i cittadini. Viene fissata l’idea del diritto a “essere correttamente informati” ampliando così il tema della deontologia professionale. La questione del sostegno non più all’offerta ma alla domanda di informazione da parte dei cittadini (l’ipotesi spesso ventilata di capovolgere i contributi, offrendo ai cittadini strumenti economici per accedere ai giornali e non il contrario). Infine un maggiore coinvolgimento del “cittadino come parte attiva del sistema editoriale in Italia, valorizzazione del ruolo di produttore di notizie, verificatore, commentatore e di qualsiasi tipo di interazione col sistema mediatico”.
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