L’esercito delle start up avanza anche in Palestina.
Lo stato palestinese riparte dai giovani e dalla loro voglia di creare una rete di risorse volte a fare impresa assieme.
In tanti sono i giovani imprenditori dell’high-tech che hanno preso parte allo Start Up Weekend Ramallah, un appuntamento ormai consueto per gli addetti ai lavori che in passato ha visto anche altri paesi come Brasile, Grecia e Stati Uniti farsi promotori di questo tipo di iniziative.
Questa volta però vedere scendere in campo la Palestina, nonostante la sua delicata situazione politica e le restrizioni che da essa derivano, rappresenta un grande passo in avanti verso la fruttuosa contaminazione di idee.
Sì perché il motore che muove questo tipo di incontri, è l’impulso della condivisione, mettere le persone in contatto, al fine di attivare la macchina di scambio delle competenze: questa la filosofia dello Start Up Weekend.
Il meeting prevede una due giorni di incontri tra esperti del settore che segue sempre lo stesso schema: ogni partecipante espone la propria idea e riceve un feedback dagli altri, a seguito di ciò si raccolgono le proposte più votate che passano poi al vaglio critico degli imprenditori locali.
Alla luce di ciò, come spiega Tom Nagle moderatore dell’evento, è fondamentale la presenza di grafici, programmatori e uomini d’affari, figure indispensabili per gettare le basi dei nascenti progetti.
Ma quali sono le possibilità tangibili per gli investitori del settore in un paese come la Palestina?
A sentire i numeri che appaiono confortanti, le previsioni sembrano buone.
Secondo i dati dell’ufficio di statistica statale, il Pil locale nel 2012 sarebbe cresciuto del 5,9%.
Si tratta di una ripresa per il paese a cui la tecnologia contribuisce in maniera importante e con forte spirito di intraprendenza (se solo pensiamo che l’assenza di reti 3G sul territorio rappresenta ancora un relativo limite per l’espansione del settore).
Dunque la Palestina ci insegna che una buona idea ed una giusta dose di sperimentazione, non possono essere messe a freno dall’inerzia di un governo che spesso fa meno di quanto promette.
Ed allora la strada giusta può essere quella della ricerca di capitali privati, come ribadisce George Khadder, tra i promotori dell’evento.
Lo scopo è quello di accrescere la promettente comunità delle 300 aziende di alta tecnologia, presenti sul territorio.
Il tutto a beneficio dello sviluppo del paese, con l’implementazione di nuovi posti di lavoro e nuove utili applicazioni.
Un esempio?
Easy Notes, un sito rivolto agli studenti per prendere appunti nella modalità di condivisione in rete o ancora Yafa Energy, l’app. eco-friendly che alimenta le energie rinnovabili.
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