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Stangata Antitrust a Tiktok: dovrà pagare dieci milioni

Stangata coi controfiocchi dell’Antitrust alla piattaforma social cinese di TikTok. Il motivo? La piattaforma non si sarebbe adeguata agli obblighi di tutela per gli utenti più giovani. Dalle challenge della cicatrice francese fino ai suggerimenti. Per l’autorità antitrust, TikTok non ha fatto granché per difendere i più giovani e pertanto adesso chiede al social di scucire, sull’unghia, qualcosa come dieci milioni di euro.  Tik Tok, che ovviamente è di stanza in Irlanda, il paradiso delle big tech mondiali che fatturano in Europa, rifiuta le accuse e prepara ricorsi: “Siamo in disaccordo con questa decisione – afferma la società cinese in una nota – . Il contenuto legato alla cosiddetta cicatrice francese registrava una media giornaliera di soltanto 100 ricerche al giorno in Italia prima che l’Agcm annunciasse l`avvio delle indagini l`anno scorso. Da tempo abbiamo ridotto la visibilità di tali contenuti agli utenti di età inferiore ai 18 anni, escludendoli anche dalla pagina dei Per Te”.

L’autorità aveva “accertato” la “responsabilità  di TikTok nella diffusione di contenuti – come quelli relativi alla challenge cicatrice francese, suscettibili di minacciare la sicurezza psico-fisica degli utenti, specialmente se minori e vulnerabili”. Ma non è tutto: “Le Linee Guida vengono infatti applicate senza tenere in adeguato conto la specifica vulnerabilità degli adolescenti, caratterizzata da peculiari meccanismi cognitivi dai quali derivano, ad esempio, la difficoltà a distinguere la realtà dalla finzione e la tendenza ad emulare comportamenti di gruppo”. E ancora: “I contenuti – pur essendo potenzialmente pericolosi – sono diffusi tramite un «sistema di raccomandazione, basato sulla profilazione algoritmica dell’utenza, che seleziona costantemente quali video destinare a ciascun consumatore nelle sezioni denominate Per Te e Seguiti, con l’obiettivo di aumentare le interazioni tra utenti e il tempo speso sulla piattaforma così da accrescere la redditività degli introiti pubblicitari. Ciò causa un indebito condizionamento degli utenti che vengono stimolati ad adoperare sempre di più la piattaforma”.

Luca Esposito

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