Maxi stangata dalla Francia a Google: l’antitrust parigina ha multato Mountain View per 250 milioni di euro. La ragione della sanzione è da ricercare nell’utilizzo dei contenuti giornalistici o meglio nel mancato rispetto degli accordi vincolanti siglati con gli editori e le agenzie di stampa francesi. La pronuncia è arrivata nella giornata di ieri. Secondo l’autorità garante francese, infatti, Google avrebbe violato gli obblighi di trasparenza sulla comunicazione e non sarebbe stata abbastanza chiara con gli stessi editori e agenzie sull’uso possibile dei contenuti giornalistici postati in rete dalle testate a loro afferenti. Ma non basta. Un’altra, e fondamentale, contestazione mossa dall’Antitrust di Francia a Google riguarda la sottovalutazione economica dei ricavi indiretti generati dal materiale editoriale utilizzato da Mountain View.
Fin qui saremmo nell’ordinario. In una situazione che, purtroppo, abbiamo imparato a conoscere. Gli Over the top continuano a fare il bello e cattivo tempo forti della loro potenza di fuoco, non solo economica ma “strategica”. E sfruttando il lavoro di chi scrive e pubblica giornali e si occupa di informazione, continuare a guadagnare carrettate di denaro senza colpo ferire. Per un comune mortale, l’importo della sanzione comminata dall’antitrust, dalla Francia, a Google è mostruosa. Per un colosso che ha fatturato, solo nel 2023, più di 86 miliardi di dollari, sono poco più che bruscolini a fronte dei guadagni mostruosi generati.
Ma c’è altro, dicevamo. C’è il tema dell’intelligenza artificiale. Del progetto Gemini su cui l’antitrust ha messo gli occhi affermando che, in Francia, Google non ha dato agli editori nemmeno la possibilità di scegliere se concedere la possibilità all’algoritmo di utilizzare i loro contenuti o meno. Per dirla meglio: Google ha proposto un accordo capestro agli editori. Potete rifiutarvi di dare il permesso all’Ai di accedere ai vostri contenuti a patto, però, di rinunciare a tutti gli altri servizi offerti da Google. Una mossa che penalizza, oltremodo, gli operatori dell’informazione.
La sanzione è arrivata. Ora occorrerà capire se Google farà qualcosa o se tutto rimarrà come è.
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