La commissione Ue si mobilita per sostenere media, la stampa e la cultura. La situazione in Ucraina è precipitata e, con la guerra e le sanzioni, emergono problemi che aggravano il quadro economico e produttivo già messo a dura prova da due anni di emergenza pandemica. Solo qualche ora fa, tra gli altri, s’è levato l’allarme di Assocarta che ha rivelato come l’aumento dei costi energetici rischia di comportare uno stop alla produzione che sarebbe drammatico. Perché, con le cartiere, si fermerebbe l’editoria. Oltre a numerosi altri settori economici che continuano a dipendere dalla produzione.
Per queste ragioni ad Angers, in Francia, si è tenuta una due giorni di confronto tra la commissione europea e i ministri della cultura dei Paesi Ue per studiare soluzioni a un problema che assume contorni drammatici. Alla riunione, insieme agli esponenti dei governi dei singoli Paesi, anche la vicepresidente della Commissione Vera Jourova e il commissario per il mercato interno Thierry Breton e la commissaria per ricerca, cultura, istruzione Maryia Gabriel. Al centro della discussione la guerra tra Russia e Ucraina.
Due momenti hanno caratterizzato l’appuntamento. Il primo tavolo di confronto ha concentrato i suoi sforzi sulla tutela della cultura e sul sostegno ad artisti, giornalisti, media e operatori ucraini. Su questo delicatissimo tema è attesa una dichiarazione comune da parte delle istituzioni europee e comunitarie. Ma un altra e fondamentale tappa del lavoro di Angers è stata rappresentata dall’analisi della situazione finalizzata a capire il futuro dei media europei e la promozione del pluralismo e della diversità culturale soprattutto online.
Questa discussione s’è collegata ai temi scottanti che già da qualche anno reclamano attenzione. E che si riassumono nella necessità di tutelare la libertà di stampa e dunque garantire un futuro ai media in Ue. Una scelta che passa, secondo quanto ha stabilito e riconfermato l’Ue, dalla tutela del pluralismo, dal sostegno pubblico a livello tanto europeo quanto nazionale e dall’adozione di modelli economici finalmente sostenibili. Rafforzare il panorama mediatico significherà ricostruire un rapporto di fiducia tra media e cittadini, restituendo parti di libertà che, per il momento, sembrano appannaggio delle major di internet.
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