Uno strano caso agita la Rai. Se non è uno scandalo ci manca poco. Nel corso degli anni sarebbero scomparse dagli archivi della Rete di Stato oltre cento opere d’arte e, secondo i magistrati, ciò sarebbe accaduto grazie alla complicità di un dipendente infedele.
Lo ha riportato nelle scorse ore Il Messaggero che ha svelato l’apertura di un’inchiesta da parte della Procura della Repubblica. Per la precisione si tratterebbe di 120 tra quadri, sculture e miniature di grande valore non solo culturale ma, soprattutto economico. Non si trovano più quattro riproduzioni del celeberrimo Cavallo scolpito da Francesco Messina ed esposto a Saxa Rubra che, negli anni, è diventato il simbolo stesso della Rai. Sono spariti dei quadri di Renato Guttuso e Giorgio De Chirico e persino di Monet. In comune avrebbero, oltre al destino di essersi involate chissà dove, di essere state custodite all’interno delle sedi Rai.
Le sparizioni sarebbero iniziate già dal 1996, più di vent’anni fa. Nel mirino dei magistrati ci sono alcuni dipendenti ritenuti infedeli dai magistrati e che avrebbero potuto avere, evidentemente, accesso alle opere sparite.
La questione ha rapidamente guadagnato le prime pagine dei giornali e i titoli dei tg nazionali: se fossero confermate le ipotesi, si tratterebbe non di un semplice furto bensì di un’autentica spoliazione. Perpretata negli anni, nel disinteresse generale. Un caso che rischia di trasformarsi in uno scandalo nel Paese che, almeno a parole, si dice difensore ed estimatore dell’arte. E che invece dimentica negli scantinati autentici tesori su cui i predoni mettono le mani. Impunemente, tanto che ci si è accorti dei furti solo a distanza di oltre vent’anni.
Il presidente della Rai Marcello Foa ha “rivendicato” all’azienda il merito di aver scoperto i furti: “È la stessa Rai ad aver fatto emergere quanto riportato oggi dai media su furti d’arte in azienda nell’arco di più anni. La scoperta è avvenuta grazie a un Audit, da me avviato non appena avuta la percezione di un possibile problema. Una volta conclusa l’indagine interna, abbiamo subito sporto denuncia”. Quindi ha spiegato: “Questa azione rientra in un contesto di trasparenza e di rigore a tutela del patrimonio Rai, anche per evitare che episodi del genere abbiano più a ripetersi. Auspico che possa essere questo il punto di partenza per una piena valorizzazione del nostro importante patrimonio artistico”.
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