Il caso Osho ha tenuto banco per la giornata di ieri riportando d’attualità la stretta “censoria” dei social network. Nella mattinata di ieri è scomparsa, temporaneamente, da Facebook la pagina satirica de “Le più belle frasi di Osho” che conta poco meno di 1,1 milione di iscritti le cui vignette, peraltro, appaiono anche sul quotidiano Il Tempo.
La momentanea sparizione della pagina ha agitato e non poco il mondo di Facebook. Si è temuto, per un attimo, che il social di Zuckerberg avesse deciso di chiudere la satira molto apprezzata da un pubblico non a maggioranza di sinistra. Nel pomeriggio, però, la svolta. La pagina è ricomparsa e a chiarire tutto ci ha pensato Federico Palmaroli, ideatore del progetto che porta avanti ormai da anni con tanto successo.
Ha spiegato che non c’entrano ragioni politiche, semmai i soliti equivoci sul soprannome della pagina legato alla figura di Osho, apprezzatissimo e seguitissimo guru indiano e filosofo. Con un post, “Osho” ha chiarito l’accaduto: ““Intanto ringrazio tutti per la solidarietà. Siete la mia artiglieria. Quanto ai motivi della chiusura temporanea della pagina, pur comprendendo coloro che hanno pensato che fosse dovuta a motivazioni legate ai contenuti da me pubblicati, vi informo che non è stata provocata da quelli, anche perché la mia satira non è mai stata né violenta né offensiva. Semplicemente m’ero scordato de pagà ‘na bolletta”.E quindi ha aggiunto: “Scherzi a parte, c’è stata una segnalazione relativa al soprannome con cui ormai tutti mi conoscete e un conseguente errore di valutazione da parte di Facebook, riconosciuto dopo il mio reclamo. Tutto a posto. Comunque pe sicurezza il libro compratevelo…’n se sa mai”.
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