Come abbiamo già evidenziato in una precedente news del 5 maggio, con il nuovo governo e l’entrata in vigore delle nuove disposizioni che limitano a 12 il numero dei Ministeri con portafoglio, il Ministero delle Comunicazioni diventerà un dipartimento del Ministero delle attività produttive.
Resta dubbia la collocazione degli Ispettorati territoriali, che inizialmente si era pensato di domiciliare sotto le prefetture. Varie ipotesi, a riguardo, sarebbero al vaglio. Una delle più interessanti sarebbe quella di articolare gli I.T. a livello operativo nella forma giuridica delle agenzie territoriali, al pari delle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente, autosufficienti a livello finanziario (i conti terzi attivati finirebbero direttamente nelle casse dell’organo e non in quelle della Tesoreria dello Stato) e dimostratesi alla prova dei fatti assolutamente efficienti. In un’ottica del genere verrebbero certamente premiate quelle sedi che hanno già dimostrato un’ottima organizzazione ed un’elevata produttività (sopra tutti è il caso dell’I.T. Emilia Romagna, ma dimostrazioni di efficienza sono pervenute anche da Puglia e Basilicata, Toscana, Abruzzo e Molise, Trentino Alto Adige, Marche e Umbria, Liguria e recentemente dal Piemonte). Improbabile, invece, una collocazione (pure valutata) nell’alveo dei Corecom, che, viceversa, si sono dimostrati, in più di un’occasione, organi poco efficienti, male organizzati e dalle competenze confuse.
Fabiana Cammarano
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