La vicepresidente Maria Teresa Fernàndez de la Vega ha portato nel consiglio dei ministri spagnolo- dopo sei anni di discussione – una legge sulla tv spagnola. La proposta di legge riguarda in particolare la possibilità, da parte degli operatori, di aumentare le proprie frequenze e contemporaneamente fissa le norme in materia di qualità dei contenuti, oltre a colpire, con multe fino a un milione di euro, strategie come la controprogrammazione o gli abusi pubblicitari.
Ecco i punti della legge:
a) La durata delle licenze si amplia fino a 15 anni, 10 in più di oggi. Il rinnovo sarà automatico e per lo stesso numero di anni.
b) La legge autorizza l’introduzione di canali digitali terrestri a pagamento:sarà possibile utilizzare il 50% di un multiplex (due canali contro l’unico attuale), trasmettendo contenuti parzialmente o del tutto a pagamento. Un operatore potrà affittare il 50% della capacità di una licenza in qualsiasi momento, ma solo dopo cinque anni da quando se l’ha ottenuta.
c) Il Consiglio dell’audiovisivo dipenderà dalla presidenza del governo, ma i suoi sette consiglieri saranno indicati dal Parlamento. Con un mandato di sei anni e la possibilità di intervenire nell’autorizzazione alle fusioni, nelle controversie e nella determinazione di regole e meccanismi per rilevare l’audience, il Consiglio si occuperà di fissare un piano quadriennale con le tappe per la trasmissione in chiaro e la copertura statale.
d) I contratti sui diritti tv per le partite di calcio dureranno al massimo quattro anni e sarà proibito il monopolio. I contenuti dovranno essere suddivisi in pacchetti.
e) Sarà applicato il regolamento Ue che autorizza 12 minuti di messaggi commerciali per ogni ora di trasmissione. Nulla di nuovo, se non che il concetto di pubblicità viene esteso alla televendita, mentre non include il patrocinio, il produci placement e l’autopromozione. Film e programmi d’informazione potranno essere interrotti solo ogni 30 minuti e gli spot dovranno conservare il volume del programma precedente.
f) Identificati 13 comportamenti gravi delle emittenti, da punire con multe tra i circa 500 mila euro e un milione. Per alcune delle 12 infrazioni considerate meno gravi, le sanzioni vanno da 100 mila a 500 mila euro. Solo tre quelle lievi, punite fino a 100 mila euro.
Luisa Anna Magri
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