Nel Consiglio dei ministri di oggi doveva essere chiusa la partita dei sottosegretari e dei viceministri. E invece qualcosa si è inceppato, tanto che fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che le nomine arriveranno all’inizio della settimana prossima, con una possibile lista già chiusa nel weekend, se il premier deciderà di dare un’accelerata.
Sono ore di trattative serrate. Una delle ipotesi che circola è che Bersani, Alfano e Casini potrebbero presentare al premier un pacchetto già abbastanza definito, che Monti dovrebbe solo limare e arricchire. Una cosa certa sono le quote: 40% ciascuno per Pd e Pdl e 20% per il Terzo polo. E il numero totale degli incarichi, che non dovrebbe superare i 30-32.
I veti reciproci sono difficili da sciogliere. A partire dai nodi Giustizia e Telecomunicazioni, su cui Berlusconi non è disposto ad avallare nomi troppo sgraditi. Di qui il ballottaggio tra Nicola D’Angelo (Agcom, vicino al Pd) e Roberto Viola, attualmente direttore generale dell’Autorità per le Telecomunicazioni, più gradito al Cavaliere. Che, più di tutti, vorrebbe Zeno Zencovich, che però è uno degli estensori della legge Gasparri, e dunque inviso ai democratici. Tra i nomi che si stanno facendo in queste ore c’è Paolo Peluffo, già collaboratore di Ciampi al Quirinale, che potrebbe avere l’incarico di sottosegretario ai Beni Culturali (anche se Fli continua a sostenere Umberto Croppi). Per la delega all’editoria è forte il nome del presidente della Fieg Carlo Malinconico.
«Monti chiuderà la vicenda entro pochi giorni», assicura il segretario Pdl Angelino Alfano. Che si concede una battuta: «Se poteste vedere il faldone dei curricula dei tecnici che ho sulla mia scrivania…Ci sarebbero stati meno candidati se si fosse formato un governo politico».
Giuseppe Liucci
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