Sos pubblicità per i quotidiani Rcs / vertici accelerano sui tagli dei periodici e sulla riduzione degli organici in vista della presentazione del business pian ai sindacati e del cda decisivo sulla ricapitalizzazione. In Spagna è caccia al partner DI ANDREA MONTANARI Cl è un numero che aleggia nei centri media e nelle trading room, e che sta provocando tensioni in seno ai vertici di Rcs Mediagroup. È il dato relativo al calo della raccolta pubblicitaria dei quotidiani della scuderia (Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport) nel solo mese di gennaio. Una contrazione a doppia cifra mai registrata prima. Tanto che c’è chi si spinge addirittura a parlare di una diminuzione del 30%. n dato preoccupa perché riguarda la principale area di business (pesa per il 35-40%) dell’intero gruppo editoriale e l’unica che al 30 settembre scorso presentava un ebitda positivo (39 milioni) seppure in netta flessione rispetto all’anno precedente (chiuso con 69,4 milioni). Questo campanello d’allarme è risuonato nelle stanze del presidente Angelo Provasoli e dell’amministratore delegato Pietro Scott Jovane. Manager che lunedì 11, come anticipato da MF/Milano Finanza Ï1 febbraio, presenterà il business pian propedeutico alla ristrutturazione ai comitati aziendali interni di Italia e Spagna e a tutte le sigle sindacali, in vista dell’approvazione del piano fissata per il giorno seguente, martedì 12, quando si riunirà il cda decisivo sulla ricapitalizzazione da 400 milioni. Il dato negativo sulla raccolta pubblicitaria di gennaio per l’area Quotidiani costringe ov- 1,4quotazioni in euro la Strategia complessiva, anche alla luce dei dati di dicembre sulla diffusione dei viamente a ripensare quotidiani. Perché se il CorSera resta di gran lunga il più diffuso d’Italia (403.879 copie al giorno vede il diretto rivale La Repubblica (383.653 copie diffuse) vincere la sfida sul fronte delle reali vendite in edicola: 330.105 copie per la testata diretta da Ezio Mauro contro le 306.938 del giornale diretto da Ferruc cio de Bortoli. Mentre, sempre in casa Rcs si contano sono 230 mila le copie diffuse dalla Gazzetta dello Sport. È questo insomma lo scenario che si presenta ai vertici aziendali, agli oltre 5 mila dipendenti e ai rappresentanti sindacali a poche ore dall’ufficializzazione del progetto di risanamento del gruppo, che ha chiuso il 2012 in rosso di quasi 400 milioni e che necessita di almeno altri 300 milioni per sostenere lo sviluppo del business digitale. Così, sia in via Rizzoli che in via Solferino circolano le versioni più disparate della strategia impostata da Jovane. Quel che è certo è che l’iniziale taglio di organico, stimato in 500 unità, non è più sufficiente: ora l’asticella sa rebbe stata alzata a quota 700, il 14% della forza lavoro totale. E se al CorSera al momento si parla di almeno 70 prepensionamenti e alla Gazzetta di circa una trentina, i veri rischi li corre la divisione Periodici, che potrebbe essere fortemente ridimensionata, tra 10 chiusure e la vendita di 5 testate. La prospettiva aprirebbe le porte a un elevato numero di licenziamenti, tuttora però difficilmente quantificabili. In vendita ppi finirebbero le partecipazioni in Dada e Finelco (radio).
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