Aggredito in un circolo neofascista a Torino per aver osato documentare ciò che stava avvenendo alla festa di Casapound: monta la rabbia, e la solidarietà, per Andrea Joly, cronista de La Stampa. La vicinanza da parte delle istituzioni politiche e dal mondo dei giornalisti è stata praticamente unanime. Joly, nella serata di sabato scorso, sarebbe stato malmenato da un gruppo di aderenti a Casapound. Aveva provato a filmare quello che avveniva durante una festa tenutasi nel locale di Torino noto per essere frequentato da militanti di estrema destra. Quando questi hanno riconosciuto in Joly un “infiltrato” lo avrebbero pestato. “Che stai filmando?” e giù botte. Il cronista de La Stampa ha raccontato al Fatto di essere stato attirato sul posto da “cori e fuochi d’artificio”. Quindi ha pensato che sarebbe stato “utile raccogliere qualche immagine” da sottoporre alla redazione. “Non ho avuto il tempo di spiegarmi, dopo una decina di minuti che guardavo mi si sono avvicinati e mi hanno chiesto se fossi dei loro e la tensione s’è alzata subito”, ha spiegato Joly. “Io ricordo che volevano il telefonino, che mi è caduto ma che sono riuscito a riprenderlo”.
Al giornalista torinese è giunta la solidarietà della premier Giorgia Meloni: “Un atto di violenza che condanno con fermezza e per il quale mi auguro i responsabili siano individuati il più rapidamente possibile. L’attenzione del Governo è massima e ho chiesto al ministro dell’Interno Piantedosi di essere aggiornata sugli sviluppi del caso”. La Questura di Torino ha già identificato due degli aggressori. Da ogni parte politica, da destra a sinistra, è giunta la condanna unanime dell’accaduto.
Il comitato di redazione de La Stampa s’è schierata dalla parte del collega: “La scorsa notte Andrea Joly, un giornalista de La Stampa, ha subìto una vergognosa aggressione da un branco di militanti di CasaPound. Il collega si è trovato per caso a passare davanti a un circolo di Torino frequentato da militanti di estrema destra, l’Asso di Bastoni, mentre era in corso un raduno con fumogeni e fuochi d’artificio. D’istinto ha deciso di fotografare la scena essendo piuttosto particolare. Due militanti si sono accorti della sua presenza e si son fatti sotto mettendogli la mano sul cellulare, chiedendogli se fosse “dei loro” e intimandogli in modo minaccioso di consegnare foto e filmati ripresi sulla pubblica via. Il collega ha capito che la situazione era di tensione e si è dunque allontanato. I due militanti, chiamati a raccolta altri simpatizzanti del circolo, hanno inseguito, gettato a terra e preso a calci il collega. Il Cdr de La Stampa trova inaccettabile la deriva violenta di questi gruppi, esprime la massima solidarietà al collega e chiede alle autorità che venga al più presto ripristinata la legalità spazzando via ogni rigurgito squadrista che ultimamente si è fatto più violento e sfacciato nei confronti della stampa e dei giornalisti. Chiede altresì alla politica di condannare in maniera ferma l’episodio. Non staremo a guardare e continueremo a denunciare chi fa della violenza e della prevaricazione i valori della propria esistenza”.