In “Libero” di ieri, Vittorio Feltri torna a parlare dei tagli di Tremonti che hanno colpito, tra gli altri, anche il settore dell’editoria, rispondendo all’inchiesta pubblicata sul numero di Panorama in edicola.
Se i tagli siano giusti o sbagliati – scrive il direttore di Libero – “le opinioni sono diverse. Ciascuno la pensa come gli garba. C’è solo un dato oggettivo e va ricordato: nella quasi totalità dei Paesi europei la stampa, essendo un prodotto atipico, considerato indispensabile al funzionamento della democrazia, usufruisce di sostegni governativi e agevolazioni di vario tipo. Questo per dire che l’Italia non costituisce una deplorevole eccezione.
Panorama sul numero in edicola dedica molto spazio al problema con una sorta di inchiesta correlata di tabelle – le solite note – e di due commenti, uno del direttore di Maurizio Belpietro nel segno dell’austerità e l’altro di Giuliano Ferrara, per nulla rigido sulla questione (entrambi riportati tra le news di questo portale. Ndr).
Secondo tradizione Libero è collocato dal settimanale nel mucchio dei presunti privilegiati e gli è assegnato il ruolo di pietra dello scandalo (preteso). Fin qui tutto normale. Ciò che sorprende non è il tono indignato di Belpietro, ma l’accuratezza con cui il direttore evita di annoverare il proprio magazine e il proprio editore, cioè Mondadori, nella lista dei fortunati aventi diritto a riscuotere gli immondi finanziamenti. La quale Mondatori, si da il caso, detiene un invidiabile primato: è in testa alla classifica dei beneficiari dello Stato. Ma questo non trascurabile dettaglio a Belpietro conviene tacerlo.
Panorama distribuisce circa 250 mila copie in abbonamento e allo scopo utilizza il servizio postale. Non c’è niente di male, per carità, basta pagare. E per pagare, paga, eccome se paga. Ma solamente il 50% dei costi effettivi di spedizione. Chi versa il rimanente 50%? Lo Stato. Il quale pesca i soldi nel medesimo fondo per l’editoria che fa schifo a Belpietro, perché non è interamente suo, ma un po’ anche nostro e di altri giornali.
Se teniamo conto che la Mondadoti ricorre alle Poste non solo per Panorama bensì per tutte le numerose testate, si comprende perché è fortissima nel prosciugare la dotazione del fondo.
Avanzo – conclude il direttore di Libero – una proposta oscena a Tremonti: elimini, anziché limitarsi a tagliare, tutti i contributi, diretti e indiretti, a quotidiani e periodici di ogni tipo. Poi vedremo chi piangerà di più, se Libero o Panorama”.