La Rai “snobba” l’asta dei diritti tv. I 25 milioni chiesti dalla Lega sono troppi. A rischio 90° Minuto e la Domenica Sportiva. Si risparmierà anche per le Olimpiadi. Intanto la Lei vuole dirottare lo sport sui canali tematici. I giornalisti annunciano battaglia.
Ieri si è tenuta l’asta per i diritti tv in chiaro relativi al campionato di serie A dal 2012 al 2015. La busta della Rai è rimasta vuota. La vicenda sorprende, ma non tanto. Da tempo si vociferava che il piano di austerità avrebbe investito anche lo sport.
Il direttore di Rai Sport, Eugenio De Paoli, ha sempre difeso trasmissioni storiche come la Domenica Sportiva, Stadio Sprint, ma soprattutto 90° Minuto. Gli sforzi del direttore potrebbero essere vani. La Rai non è più in grado, o magari non vuole continuare a pagare 25 milioni per gli highlights. In effetti quella di ieri è stata già la seconda asta.
Già nella prima le intenzioni della tv pubblica erano chiare. La Rai offrì poco sperando in un accordo privato, e soprattutto conveniente, con la Lega Calcio. La trattativa sfumò.
Le posizioni sono ancora lontane. La cifra che la Rai sborserebbe non supera i 15 milioni di euro.
La somma è stata considerata “scandalosa” dai presidenti delle squadre di serie A.
Non c’è stata convergenza nemmeno sui diritti radiofonici dove la Rai è l’unica interessata. Sarebbe uno scandalo privare i cittadini anche della radiocronaca delle partite. Tuttavia il rischio esiste e un programma come “Tutto il calcio minuto per minuto” potrebbe essere cancellato.
«La Rai è (era…) servizio pubblico. Non tutti i tifosi di calcio possono permettersi la pay tv (Sky e Mediaset Premium) e fra i tifosi di calcio c’è anche qualcuno che paga il canone Rai», scrive il quotidiano La Repubblica.
Il comportamento della tv pubblica potrebbe prestarsi a due interpretazioni: un’umile dichiarazione di “povertà” o un atto di forza, quasi ricattatorio. Cosa vuole comunicare la Rai? Un «ci spiace, non abbiamo i soldi»; o un «o vi accontentate di quello che vi offriamo o ve li tenete voi quei diritti che nessuno vuole». In effetti Solo Sky, tramite Cielo, ha fatto un’offerta, ma molto bassa. Addirittura a Mediaset non interessano proprio. La tv del Biscione ha già i canali pay e non pagherebbe mai per farsi concorrenza da sola.
Lunedì la Lega calcio deciderà se indire un nuovo bando (sarebbe il terzo), oppure riprendere un’iniziativa privata con la Rai, cercando di mediare; o ancora ipotizzare un ritiro dell’offerta. L’ultima possibilità significherebbe per la Lega Calcio una gestione in proprio dei diritti con la possibilità di creare una propria tv su cui veicolare i “preziosi” highlights.
Tuttavia è più probabile che la Lega si accontenti di “poco”, 12-15 milioni, piuttosto che tenersi per sé dei diritti che, da soli, hanno “scarso” appeal.
Non finisce qui. Il calcio non è la sola vittima. Persino alle prossime Olimpiadi di Londra la Rai non avrà la presenza di una volta. Ci dovremo accontentare di 200 ore di diretta e una sola rete, Rai2, dedicata per 10-12 ore al giorno ai Giochi. Solo le gare “azzurre” verranno seguite. Per il resto pazienza. La concorrenza c’è ed è massiccia, anche se a pagamento. Al di là della Manica Murdoch ha imbastito una “corazzata mediatica”. Stando ai dati riportati da La Repubblica Sky avrà 13 canali, di cui 12 ad altra definizione e uno in 3 D per un totale di millesettecento le ore in diretta.
Le problematiche “sportive” investono anche l’assetto gestionale. Il dg Lei vuole “dirottare” i programmi sportivi, ad eccezione della nazionale di calcio e della Formula 1, sui canali tematici: Rai Sport 1 e 2. I giornalisti credono che tale strategia faccia diminuire gli ascolti e possa mortificare il loro lavoro. Di conseguenza hanno già proclamato uno sciopero.
C’è tempo fino al 10 aprile per trovare un accordo.
Egidio Negri