I social a pagamento. All’inizio era la regina delle bufale. Poi è diventata l’ipotesi squinternata di Elon Musk. Adesso sembra l’unica strada per garantire agli Over the Top la sostenibilità dei loro affari. Meta punta a chiedere un canone da dieci euro al mese, da portare a tredici per l’estensione sui cellulari, per gli account Facebook e Instagram senza pubblicità. Zuckerberg potrebbe chiedere, inoltre, sei euro in più per collegare altri dispositivi. Anche TikTok sta pensando di far pagare un abbonamento mensile. Che, come riportano diversi media internazionali, dovrebbe essere di 4,99 euro. E anche in questo caso senza pubblicità.
Il tema è importante perché qualcosa è accaduto. E cioè che l’Ue ha avviato regolamenti più stringenti in materia di dati e del loro utilizzo a fini commerciali. Zuckerberg e gli altri dovranno adeguarsi altrimenti rischiano di dover pagare fino al 6% del loro fatturato in Europa. E considerando che il Vecchio Continente rappresenta uno dei mercati più floridi per i social e gli Over the Top, si parla di sanzioni che, una volta tanto, rischiano davvero di essere efficaci deterrenti per le major digitali a tenere un comportamento più consono alle norme Ue. Se alla pubblicità va messo un freno, da qualche parte i soldi dovranno pur arrivare. E quindi i grandi magnati digitali rompono la regola aurea, quella che ha fatto il successo di una certa, insopportabile, retorica grazie alla quale internet si è imposta sui luoghi classici del confronto e della vita sociale. E cioè la gratuità. Dopo avere, per anni, propugnato l’idea di un mondo gratis dove tutto fosse a disposizione di tutti (con tanti saluti alle più elementari norme sui diritti d’autore e sul copyright, per dirne giusto una), adesso sono proprio i giganti del web a scrivere la parola fine sulla gratuità. Sembra passato un secolo da quando Facebook sulla sua maschera per il login, si vantava di essere gratuita e che sarebbe restata così “per sempre”. I social, dunque, si avviano a diventare piattaforme a pagamento. Per chi non vuole essere cannibalizzato dalla pubblicità.
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